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Nell'Europa tra il Quattrocento e il Seicento,
l'età delle grandi scoperte geografiche, le spezie erano più preziose
dell'oro, così preziose che le maggiori potenze marinare e commerciali si
disputarono a lungo il controllo della loro produzione e del commercio, fino a
combattere vere e proprie guerre. Fra le spezie, la più ricercata era il seme
della Myristica fragrans, la noce moscata: una sorta di panacea
universale secondo i medici del tempo capace di curare la dissenteria, la colite
ulcerosa e la flautolenza, di risvegliare la virilità assopita o, al contrario,
di placare lo smodato desiderio sessuale, e perfino di prevenire la malattia
più temuta, la peste bubbonica.
Su un piano meno fantasioso ma di maggiore utilità pratica, la noce moscata era
indispensabile per rallentare la putrefazione delle carni e per cancellare con
il suo profumo il puzzo della carne guasta.
Per secoli, tutta la noce moscata consumata nel mondo provenne dalle sperdute
Isole Banda, nell'arcipelago indonesiano, e in particolare dalla più remota ed
inaccessibile l'atollo vulcanico di Run.
Il libro di Giles Milton racconta avventure eroiche, bizzarre, ignobili, crudeli
di esploratori e pirati, coltivatori e mercanti che cercarono di raggiungere e
di conquistare questa vera isola del tesoro: alcuni si persero fra i ghiacci di
un'improbabile rotta polare; altri, come il capitano William Keeling,
preferivano lunghe soste sulla via delle Indie per far rappresentare
all'equipaggio le opere di Shakespeare di fronte alle coste dell'Africa; altri
ancora, come il mercante inglese Nathaniel Courthope, riuscirono a occupare Run
e a difenderla per anni dall'assedio degli olandesi. Alla fine Run cadde
ugualmente nelle mani degli olandesi; ma in cambio gli inglesi ottennero
un'altra isola: Manhattan.
Grazie allo sguardo acuto e curioso di Milton e al suo inesauribile estro
narrativo, queste vicende dimenticate escono dagli archivi della storia e
riempiono la nostra immaginazione con i colori e i profumi della grande
avventura nei mari del sud.
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