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Màrio De Andrade si imbarca
nel 1927 per l'Amazzonia, in un viaggio di ricerca e di autoconoscenza.
In uno scenario maestoso e affascinante compila un diario semiserio
avventurandosi, compiaciuto e impressionato, fra indios e pescatori, canoe e
grandi vapori, tartarughe, giaguari, alberi giganteschi.
Annota, documenta e registra ogni cosa con l'ironia, il rigore e la passione di
un esploratore innamorato.
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