Storia
Nel periodo in cui dovettero sostenere le lotte contro i Saraceni, i re franchi a nord est della Spagna fondarono delle piccole contee che, tutte insieme, furono dette “Marca Spagnola”, ed occuparono il territorio dove attualmente si trova l’Andorra, tra la Francia e la Spagna. Si fa risalire, comunque, la fondazione dello stato a Carlo il Grosso nel IX secolo, all’epoca dei Carolingi.
Il nome di Andorra figurò anche negli atti relativi alla consacrazione della Chiesa di Urgel, sotto protettorato congiunto di un Vescovo e dei re dei franchi, avvenuta nell’819 sotto il regno di Ludovico I, detto il Pio, figlio di Carlo Magno.
Gli Urgel furono dei nobili sotto la cui giurisdizione veniva governata l’Andorra; in realtà essi furono solo i possessori del territorio poiché il vero potere fu gestito dal vescovo. Ed il vescovo, dovendosi difendere non solo dall’ambizione dei signorotti confinanti, ma anche dalla stessa popolazione, alquanto ribelle, non avendo una sua propria milizia, chiese protezione alla famiglia Caboet.
Questo periodo della storia di Andorra fu documentato, in ripetute occasioni, in tutto il secolo XII, da tutti coloro che dal 1110 in poi, dopo Guglielmo Guitado de Caboet, si dichiararono vassalli del vescovo.
Tutti gli abitanti di Andorra, divisi in numero di trenta in ogni parrocchia, ubbidirono al vescovo sin dall’inizio del XIII secolo.
Uno di questi vescovi, Ponzio de Villamet, nel 1231 si adoperò molto per dare all’Andorra una prima amministrazione politica e giudiziaria.
Nel 1278 tra i Conti di Foix, possessori del paese, ed il vescovo di Urgel, fu firmato un trattato che stabilì quali fossero i diritti di ciascuna delle due parti; che i tributi, nella maggior parte, dovevano essere assegnati ai conti, i quali potevano tenere un vicario a rappresentarli; che l’amministrazione doveva essere esercitata in uguale misura da ambo i contraenti; che i Conti di Foix, a nome proprio e dei loro discendenti, riconoscevano di ricevere il feudo dalla Chiesa di Urgel e perciò avrebbero sempre reso omaggio al vescovo.
Tutto ciò venne ratificato, sottoscritto e pubblicato in Urgel il 7 settembre. Fra i sottoscrittori ci fu anche il re Pietro d’Aragona. Questa sentenza venne ulteriormente confermata nel 1288 dal Papa Martino V. I diritti dei Conti di Foix in seguito passarono ai principi di Bearn e di Navarra e, da queste provincie, furono a lungo esercitati.
Nel 1505 Germana di Foix sposò Ferdinando il Cattolico ma, nemmeno con questo matrimonio, i diritti di Andorra passarono alla Spagna, in quanto dal matrimonio non nacquero figli. Perciò tornarono ai d’Albret, che furono i re di Navarra. Così Enrico di Navarra, salito al trono di Francia col nome di Enrico IV, automaticamente ebbe alle sue dipendenze l’Andorra con tutti gli altri domini dei Conti di Foix. E ciò fu promulgato con un editto nel 1607.
Durante la nota rivoluzione i francesi non vollero accettare tributi da Andorra né condomini con essa, ma allorchè prese il potere Napoleone, fu ristabilita la primitiva situazione.
Per tutto il XX secolo l’Andorra fu retta come feudo e signorìa. La sovranità fu sempre appannaggio di ambedue i contraenti del patto del 1278; l’uno o l’altro, da soli, non poterono mai apportare riforme giudiziarie, né concedere grazie o indulti.
L’organo supremo del diritto pubblico fu chiamato in diversi modi, “Concell de la Terra”, “Concell de la Vall”, “Concell de 24”. Quest’ultimo si riferì al fatto che i membri delle parrocchie furono 24, distribuiti in 4 per ogni parrocchia.
Questo Consiglio, istituito già dal XIII secolo, vide eletti i 24 membri del Consiglio Comunale prima del 1866, mentre dopo direttamente dai capi famiglia.
Le principali facoltà amministrative di questo Consiglio furono la giurisdizione ed il potere economico in tutto il paese. Ma non potè esercitare il potere legislativo.
Oltre al Consiglio Comunale ci furono anche il Consiglio delle Parrocchie ed il “guart”, organo amministrativo incaricato di gestire i beni comunali.
Il Consiglio delle Parrocchie, composto da 10 Consiglieri, anch’essi eletti dai capi famiglia, ebbe il compito di affittare i locali comunali, concedere l’apertura di negozi ed alberghi, di praticare l’istruzione e la beneficenza, autorizzare il taglio della legna nei boschi e giudicare in appello le cause del “guart” ed in prima istanza quelle relative alle parrocchie.
Il Consiglio Parrocchiale ebbe, inoltre, la possibilità di eleggere al suo interno due consoli, il maggiore ed il minore, ai quali veniva affidato il compito di mettere in pratica ciò che il Consiglio stesso andava deliberando.
In materia criminale, la giustizia venne esercitata dai magistrati, detti “Vegueres”, dal giudice di appello e dai giudici ordinari, detti “Bailes”, anche in campo civilista.
Nonostante sia collocata fra la Spagna e la Francia, l’Andorra non appartenne a nessuna delle due ed anche nei loro conflitti mantenne sempre una posizione di neutralità.
La situazione interna dell’Andorra si mantenne tranquilla ed efficiente fino al 1933 quando a due riprese, nell’aprile e nell’agosto, sorsero delle manifestazioni di protesta da parte dei giovani che, stanchi del sistema feudale ancora in atto, chiedevano a gran voce dei cambiamenti costituzionali.
La richiesta principale fu quella di poter eleggere a suffragio universale il Consiglio della Valle e rendere pubbliche le riunioni del medesimo. Il Gran Consiglio, infatti, fu deposto e sostituito con uno provvisorio, in attesa di libere elezioni. Con l’intento di ristabilire l’ordine nel piccolo paese, la Francia inviò 50 dei suoi gendarmi. Ciò provocò ancora proteste da parte dei giovani.
Questi ultimi nel settembre successivo vinsero le elezioni con il loro partito che, però, era anche appoggiato dai due consoli, dalla Francia e dal vescovo di Urgel. L’ordine fu subito ristabilito. Ma nel luglio del 1934 uno sconosciuto olandese, dall’incerto nome di Escassirev, si autonominò Principe di Andorra, col nome di Boris I. Intervennero i gendarmi ad arrestarlo e poi ad espellerlo dal paese.
Fino all’inizio degli anni sessanta il mantenimento delle istituzioni di Andorra fu appannaggio del vescovo di Urgel e del Presidente della Repubblica Francese.
Poi fra gli anni sessanta ed ottanta si verificarono profondi mutamenti
nell’ordinamento statale, giuridico, economico. Non potendo contare su
una propria produzione agricola ed industriale, Andorra potè imperniare
la sua crescita sull’immigrazione franco-spagnola , portatrice di capitali
che potevano godere di uno speciale trattamento fiscale. Sebbene il turismo
fosse da considerarsi prevalentemente giornaliero, pure fornì ampi
incentivi allo sviluppo del paese. Inoltre furono varate leggi più
consone ai tempi; la maggiore età fu portata ai 18 anni; si aderì
alla “Dichiarazione dei diritti umani” emanata dalle Nazioni Unite.
Nel gennaio 1992 varie insolite manifestazioni di protesta accelerarono
il processo delle riforme, e nel maggio 1993, a seguito di un referendum
tenuto a marzo, fu proclamata una nuova Costituzione.
Questa limitava i poteri delle due massime autorità dello stato ed assegnava la piena sovranità al popolo. Inoltre prevedeva la formazione dei sindacati, dei partiti politici e la piena libertà nella politica estera. Per ciò che riguardò invece la religione, tralasciando di dichiarare la cattolica “religione di stato”, furono stabiliti rapporti privilegiati fra quella e lo stato, pur lasciando libertà di culto.
Dal luglio del 1993 il Principato divenne quindi sovrano ed indipendente e fu ammesso alle Nazioni Unite. L’anno dopo entrò a far parte del Consiglio d’Europa.
Il governo fu sempre formato da partiti centristi e le elezioni del febbraio 1997 confermarono a capo del paese M. Fornè Molne, leader dell’Unione Liberale. Questi, allo scopo di eliminare il pesante debito pubblico dell’Andorra, emanò una legge finanziaria che prevedeva l’assegnazione della cittadinanza nominale a chiunque volesse trasferire nel paese i propri capitali.
Naturalmente fu una legge controversa da parte degli altri stati che
così videro diminuire le entrate fiscali nelle loro casse.