Storia
Alcuni anni fa, su una spiaggia dell’Australia occidentale, furono scoperti alcuni cannoni di bronzo, sepolti nella sabbia. Dalle scritte e dai disegni incisi sul metallo si poté rilevare che essi erano stati costruiti in Portogallo nel XVI secolo. E poi, ancora, a Wellington nella Nuova Zelanda, dal fango del porto venne estratto un elmo spagnolo della stessa epoca. Questo dimostrò, senza ombra di dubbio, che i primi esploratori della zona furono portoghesi e spagnoli. Ma nessuno ce ne tramandò notizia. Più tardi due esploratori olandesi giunsero in Australia e furono G. Janszoon, nel 1606, e Dirk Hartog, nel 1616.
Altri esploratori di nazionalità olandese ed inglese toccarono
l’Australia; fra essi quello che rimase più famoso, Abel Tasman,
che operò la circumnavigazione dell’intero continente nel 1642.
Ma la vera scoperta dell’Australia avvenne il 29 aprile del 1770 per
merito del capitano inglese James Cook, che era giunto nei mari del sud
per fare alcune osservazioni astronomiche.
Egli approdò in una insenatura ben riparata dai venti:
la Botany Bay, sulla costa sud orientale. Ne descrisse le bellezze e le
ricchezze ma penetrò anche nell’interno e per 5 mesi continuò
nella sua impresa. Cook previde un grande avvenire per questa terra e,
bisogna dire, fu un vero profeta.
Ma l’Inghilterra pensò di utilizzare questa terra solo dopo vent’anni dalla scoperta, per portarvi i suoi deportati. Ed il 18 gennaio del 1788 nella baia dove attualmente sorge Sidney sbarcarono tre navi con un carico di 750 deportati, animali da allevamento, sementi e vari attrezzi agricoli. Due anni dopo arrivò un’altra flotta con altri deportati, con un carico di provviste e di attrezzi ed un anno dopo ancora un terzo gruppo. Per molto tempo, per questo motivo, l’Australia fu chiamata “la colonia dei deportati”. All’inizio fu molto difficile iniziare la colonizzazione, ma nel 1793 giunsero i primi emigranti liberi, inglesi, che si unirono ai deportati e cominciarono l’opera di colonizzazione di tutto il paese.
Nel XIX secolo gli arrivi delle navi divennero più frequenti poiché ormai molti erano coloro che vollero qui cercare fortuna. Qui c’era lavoro per tutti ed infatti, mentre in Europa e nelle colonie dell’America scoppiavano guerre e rivoluzioni, in Australia si pensò solo a lavorare: furono fondate molte città sia sulla costa che all’interno, furono introdotte nuove coltivazioni, si allevarono animali locali non troppo conosciuti nelle altre parti del mondo, e, con la scoperta di giacimenti e di miniere si mandò avanti il lavoro di estrazione. Verso il 1850 furono scoperti dei giacimenti di oro. Migliaia e migliaia di persone accorsero alla ricerca del prezioso metallo e con loro si ebbero strade, ferrovie, città, oltre ad un notevole aumento della popolazione. E ciò fu per quella terra più importante di qualsiasi altro avvenimento politico. La storia dell’Australia in pratica comincia con la colonizzazione dei bianchi perché in precedenza sul territorio esistevano solo due o trecentomila indigeni, assolutamente selvaggi. Furono tra i popoli più incivili della terra e di loro non si conosce l’origine né da dove vi giunsero.
I più importanti avvenimenti storici dell’Australia riguardano la formazione degli Stati in cui si divise il paese. Nel 1824 venne dichiarata ufficialmente “colonia britannica” e fu chiamata “Nuova Galles del Sud”. Questa zona comprese solo la metà orientale mentre quella occidentale rimase inesplorata. Nel 1827 però l’Inghilterra dichiarò la completa sovranità sul continente e quindi anche la parte occidentale fu oggetto di attenzione da parte dei coloni, che vi fondarono Perth, la capitale. In seguito si distaccarono dalla Nuova Galles del Sud anche altre zone; l’Australia meridionale nel 1836. Lo Stato di Victoria nel 1851 ed il Queensland nel 1859. Ognuna di queste zone divenne una colonia a se stante.
Tra il 1862 ed il 1864 altri due esploratori tentarono altre ricerche e così Burke, che partì da Melbourne per arrivare al Golfo di Carpentaria, e Stuart che da Adelaide arrivò al Mar di Timor, segnando press’a poco la strada lungo la quale si stese nel 1870/72 la prima linea telegrafica transcontinentale da Adelaide a Porto Darwin.
L’Australia occidentale fu invece esplorata da Frank Gregory, da Giles
che scoprì il gran lago salato Lago Amedeo e da Warburton che compì
una lunga traversata fino alla costa partendo dalla linea telegrafica.
Tutti gli esploratori, comunque, incontrarono la steppa.
Quando ebbero fine le colonie penali automaticamente aumentarono i
coloni liberi. Nel 1901 l’Australia si costituì a “Confederazione”
autonoma dell’Impero britannico; collaborò alla politica britannica;
partecipò a tutte e due le guerre mondiali e nel 1951 strinse un
trattato di mutua difesa con gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda.
Una delle prime leggi varate dal Parlamento Australiano fu nel 1950 quella che dichiarava illegale il partito comunista, abolita poi nel 1951 dall’Alta Corte.
In economia l’Australia ebbe poi a verificare un largo “boom”, specialmente con l’inizio della guerra di Corea; nel 1952, però, l’improvviso crollo del prezzo mondiale della lana, costrinse l’Australia ad un preoccupante deficit, dato che la produzione di tale materiale era praticata su ampia scala, per la stragrande presenza di allevamenti ovini sul territorio. Di conseguenza il governo fu obbligato a ridurre l’immigrazione. Contemporaneamente si ripristinarono i rapporti col Giappone, interrotti durante la seconda guerra mondiale, e si stabilirono regole precise per la pesca delle perle al largo della costa australiana.
Nell’aprile del 1953, scoperto un movimento di spie sovietiche all’interno della loro ambasciata ai danni del paese, furono interrotte completamente le relazioni diplomatiche con l’Unione Sovietica (dopo tanti anni ripresero nel 1959).
Nel 1955 il Partito Laburista si divise in due gruppi: il Partito Laburista
Australiano, presieduto da Erberto Evatt, ed il Partito Laburista Democratico,
capeggiato da Robert Joshua.
Ben presto peggiorarono sempre più i rapporti con i paesi del
sud est asiatico a regime comunista, verso i quali l’Australia mantenne
sempre il divieto di immigrazione, mentre migliorarono quelli con l’Indonesia.
Tra il 1956 ed il 1957, a seguito di un’altra congiuntura economica,
l’Australia modificò un vecchio patto di privilegi doganali consentiti
alla Gran Bretagna.
Il 6 luglio 1957, in segno di distensione politica verso il Giappone, fra i due stati fu stipulato un accordo commerciale economico di integrazione per la cambiata situazione delle industrie manufatturiere australiane. In questo senso furono fatte molte pressioni affinché l’Australia operasse il riconoscimento della Cina popolare. Ma gli investimenti stranieri furono soprattutto inglesi e statunitensi.
Le elezioni del 1966 furono vinte dai liberali, capeggiati da
Holt, mentre il Partito Laburista operò sempre una opposizione attiva
ma costruttiva..
I temi importanti che in politica estera l’Australia fu maggiormente
costretta ad affrontare, furono essenzialmente due: l’intervento in Vietnam
e gli investimenti inglesi. Nel 1968 morì Holt. Lo sostituì
Gorton. A capo dell’opposizione fu insediato Whitlam.
Nel 1969 le elezioni ridussero un poco la maggioranza dei liberali che
però rimasero al governo.
Si aprì un dialogo con l’Unione Sovietica ed il continuo confermarsi
del boom economico allargò i partner commerciali, includendo l’Italia.
Intanto si acuì il problema della Papua Nuova Guinea che da tempo
chiedeva di essere indipendente e sulla scena politica sorse al potere
nel 1971 Mac Mahon, con la fine del ritiro delle truppe dal Vietnam, il
riconoscimento della Cina popolare e si affrontò il problema delle
condizioni degli aborigeni, rimasti sempre in un preoccupante stato di
indigenza e di ignoranza.
Nel 1972 il Partito Laburista vinse le elezioni e Whitlam arrivò
al governo. Egli iniziò subito a sviluppare un vasto piano di riforme,
comprendenti: la collaborazione con l’Indonesia, l’indipendenza della Papua
Nuova Guinea, i rapporti più stretti sia con l’occidente che con
l’area dei paesi socialisti, il ritiro da Singapore e dalla Malaysia
ed il rafforzamento dei rapporti con la Nuova Zelanda.
Nel 1973 aumentarono le spese pubbliche e sociali determinando inflazione
e contrasti politici interni sulla politica di Whitlam che, però,
nel 1974 fu riconfermato premier.
Ma la situazione economica non migliorò; la disoccupazione aumentò,
i prezzi continuarono a salire; così si procedette all’autorizzazione
dell’ingresso agli investimenti stranieri ed ai tagli fiscali.
Nel 1975, con l’aumentare dei disagi e del malcontento, si verificò un cambio al vertice; al posto di Whitlam fu chiamato a presiedere il governo il suo rivale Fraser, che cambiò completamente il programma economico. A capo dei nazional agrari ci fu D. Anthony che insieme a Fraser formò un governo di coalizione liberal agraria.
In economia si decretò una politica neo liberista conservatrice. Furono introdotte agevolazioni nel settore privato, riduzioni fiscali, decentramento dei poteri ai vari stati, svalutazione del dollaro nel dicembre 1976, tagli alla spesa pubblica, ma rafforzamento delle spese militari.
Le elezioni del 1977 non modificarono la struttura del governo; i laburisti guadagnarono due seggi. Ma in campo economico, pur avendo registrato qualche successo, permasero tante difficoltà che alla fine portarono nel 1980 ad elezioni anticipate. Queste videro un notevole aumento dei seggi laburisti da una parte ed una conseguente notevole diminuzione di quelli nazional agrari. Alla guida del Partito Laburista era giunto già dal 1977 W. Hayden.
Per altri due anni Fraser poté governare con qualche risultato positivo, intrecciando rapporti con tutti i paesi del sud est asiatico e con la Nuova Zelanda. Ma nel 1982, a seguito di una grave recessione internazionale, l’Australia fu colpita duramente dall’inflazione e dal notevole aumento della disoccupazione.
In questo stato di cose, le elezioni politiche del 1983 assegnarono
la vittoria ai laburisti guidati da R. Hawke.
Egli, per prima cosa, per rimediare al forte deficit di bilancio, svalutò
la moneta; poi riunì i sindacati e con essi concordò che
non venissero richiesti, almeno per un certo tempo, aumenti salariali.
Agli imprenditori chiese maggiori controlli sui prezzi ed il reinserimento
della scala mobile.
In politica estera rinnovò gli accordi di alleanza con gli Stati
Uniti, con i paesi asiatici, in particolare con la Cina, per una stretta
collaborazione nel campo della metallurgia.
Le consultazioni politiche del dicembre 1984 confermarono il governo
laburista e nel marzo del 1986, durante la visita della regina Elisabetta
II per la firma dell’”Australian Act”, l’Australia ebbe la completa indipendenza.
Ma dopo una breve ripresa, durata due anni, i problemi tornarono e
nel maggio 1986 un grandissimo sciopero generale provocò le elezioni
politiche anticipate che si svolsero nel luglio 1987. Hawke fu confermato
ma la sua popolarità aveva ormai ricevuto un brutto colpo.
A gennaio 1988, in occasione del bicentenario del primo sbarco di coloni
prigionieri in Australia, gli aborigeni inscenarono una grande manifestazione
a Sidney.
Chiedevano innanzi tutto di essere riconosciuti come i veri proprietari
del territorio, e come tali che venissero loro riconosciuti tutti i diritti
politici, economici e sociali. Le loro condizioni di vita, infatti, erano
miserevoli, tanto che la loro comunità era notevolmente ridotta
a causa delle malattie e degli stenti, dovuti alle loro precarie condizioni.
Hawke si impegnò ad intavolare, entro il 1990, i negoziati per stipulare accordi in quel senso. Ed a marzo 1990, nonostante tutte le difficoltà, i laburisti rinnovarono la loro presenza di governo per la quarta volta. Una buona affermazione la ebbero, però, anche il Partito Democratico ed i Gruppi Ambientalisti.
Ma il perdurare delle difficoltà e controversie varie in seno
al Partito Laburista, e diversi scandali finanziari, costrinsero Hawke
alle dimissioni. Fu sostituito dall’ex ministro del tesoro, P. Keating.
Egli elaborò una campagna elettorale incentrata sulla regolarizzazione
delle grandi questioni degli aborigeni, alla assistenza sanitaria, alla
riduzione della disoccupazione, alla creazione di nuovi posti di lavoro
e la costituzione in Repubblica dell’Australia entro il 2001.
Ed i laburisti non solo vinsero le elezioni generali del marzo 1993
ma aggiunsero altri due seggi a quelli precedenti.
In politica estera, mentre si rafforzavano i collegamenti con gli Stati
Uniti e gli altri paesi asiatici, si deteriorarono invece quelli con la
Gran Bretagna, in conseguenza del progetto “repubblica”, confermato da
Keating, nonché con la Francia a seguito della dichiarazione del
governo francese di riprendere nel continente gli esperimenti nucleari
entro il 1995.
La situazione economica australiana permase nella recessione cosicché le elezioni del marzo 1996 videro il ritorno al governo della coalizione liberal nazionale. E dopo tredici anni di ininterrotto governo laburista, si formò il nuovo esecutivo presieduto dal leader liberale J. Howard, mentre alla guida del Partito Laburista K. Beazley sostituiva Keating.
Il nuovo governo varò un piano di risanamento economico che, con le sue varie riforme al sistema, colpiva maggiormente i ceti più bassi, ivi compresi gli aborigeni. A proposito di questo popolo, la questione venne dibattuta nel 1996 dalla Signora P. Hanson, deputato indipendente, che in un suo discorso in Parlamento chiese al governo di interrompere ogni elargizione a loro favore e contemporaneamente chiudere le frontiere all’immigrazione asiatica.. E, pur essendo stata bollata di razzismo ed aver deturpato notevolmente l’immagine dell’Australia nel mondo, il punto di vista della Hanson si rivelò condiviso da gran parte della popolazione.
Nel maggio del 1997 il governo australiano comunque scelse di ridimensionare l’afflusso dell’immigrazione.
Il 3 ottobre del 1998 le nuove elezioni confermarono la coalizione di
governo, e la sconfitta sia dei laburisti che dei razzisti, seguaci della
Hanson, riunitisi nel partito “One Nation”. Ed infine, nel 1999, fu indetto
un referendum in cui si chiese al popolo l’adesione alla costituzione della
Repubblica di Australia. Nel novembre il referendum ebbe luogo e l’idea
repubblicana, sebbene con un piccolo margine di voti, fu definitivamente
accantonata.