Storia
Giulio Cesare, che si trovò più volte impegnato in guerre contro i belgi, nei suoi scritti disse che essi, di tutti i popoli della Gallia, furono certamente i più forti.
In quel tempo i belgi si trovavano nella parte nord-orientale della Gallia, detta Gallia Belgica ed occupavano un territorio molto più sviluppato di quello attuale. Non si hanno notizie precedenti, quindi la storia della loro popolazione si fa risalire all’inizio del I secolo avanti Cristo; essi erano di origine germanica e si erano stabiliti sul territorio fin dalla più remota antichità. Nel 57 a.C. le legioni di Giulio Cesare occuparono la zona. Poi i romani vi rimasero per ben 4 secoli. Era inevitabile che una così lunga dominazione lasciasse indelebili tracce, ed infatti i belgi andarono via via sempre più romanizzandosi, fino ad usare tutti i modi di vita dei romani.
Ma dal III secolo dopo Cristo iniziarono le invasioni barbariche ed i romani, che non furono in grado di contrastarle, si ritirarono e lasciarono i belgi sotto la loro dominazione.
I popoli barbari che più di tutti occuparono
la terra dei belgi furono i Franchi che vi si stabilirono fin dal V secolo.
Nel IX secolo, ai tempi di Carlo Magno, il Belgio,
esteso come quello attuale, fu di grande importanza per l’Impero Carolingio,
data la sua centrale posizione geografica.
La dominazione carolingia del Belgio portò notevoli miglioramenti nel paese;, furono fondate molte scuole, aperte biblioteche e sviluppata l’agricoltura.
Alla morte di Carlo Magno l’impero si divise in feudi governati dai più potenti signori che furono dei veri e propri sovrani. Ma oltre ai feudi si formarono anche due Principati: la Fiandra e la Lotaringia. Quest’ultima per alcuni anni dipese dall’imperatore di Germania, ma verso il XII secolo si rese indipendente. I principi di Fiandra, invece, ingrandirono il paese, conquistando l’Artois, allora regione della Francia.
E sempre a partire dal XII secolo iniziarono i contrasti sia nei feudi che nei principati, in quanto le popolazioni si ribellarono all’autorità dei loro signori. Ed in molte città belghe i cittadini riuscirono a cacciare i feudatari e fondarono delle organizzazioni che si chiamarono “Comuni”.
I Comuni della Fiandra non conobbero buona sorte poiché la Francia, nel 1214, riuscì a sottomettere l’intero principato. E ciò durò fino al 1302 quando i cittadini del principato si ribellarono ai francesi, ne sconfissero l’esercito nella battaglia di Courtrai e riacquistarono la libertà.
Nel 1369 Filippo l’Ardito, sposando la figlia del conte di Fiandra, divenne signore di questo principato. Egli era Duca di Borgogna e fratello del re di Francia Carlo V. In pochi anni Filippo l’Ardito ampliò i suoi possedimenti. Alla sua morte, avvenuta nel 1404, il Ducato di Borgogna comprendeva i cosidetti Paesi Bassi, cioè Olanda e Belgio insieme. Questi, all’inizio del XVI secolo, toccarono in eredità a Carlo V d’Asburgo, il futuro re di Spagna. Così i belgi si trovarono sotto il dominio degli spagnoli.
Intanto, però, nei Paesi Bassi si andò diffondendo il Protestantesimo. Il re di Spagna fece pubblicare molti editti per il divieto di culto di questa nuova religione. Tutto fu inutile per le popolazioni settentrionali dei Paesi Bassi, cioè per gli olandesi, che invece vi aderirono in massa. L’Olanda quindi si rese indipendente. I belgi, invece, rimasero cattolici e sotto il dominio spagnolo.
Alla morte di Carlo II, re di Spagna, successe al trono Filippo di Borbone, nipote del re di Francia; era l’anno 1700. Ma la Casa Reale austriaca vantò dei diritti per la successione al trono di Spagna. Ne derivò una guerra in seguito alla quale la Francia dovette cedere il Belgio all’Austria.
I belgi si ribellarono molte volte per liberarsi
dal dominio austriaco ma furono sempre sottomessi. E dopo gli austriaci
arrivarono i francesi durante il periodo dell’Impero Napoleonico.
Con la caduta di Napoleone, il Congresso
di Vienna del 1815 costituì il Regno dei Paesi Bassi, unendo insieme
il Belgio e l’Olanda.
E questo rappresentò un duro colpo per i belgi che anelavano da tempo ad essere liberi. Perciò non si arresero, si riunirono in società segrete e dopo 15 anni dal Congresso erano pronti a combattere.
Nell’agosto del 1830 tutto il popolo del Belgio insorse; la lotta durò 4 giorni, le truppe olandesi furono sconfitte ed il Belgio fu indipendente. Il nuovo re belga fu Leopoldo, principe della casa di Sassonia-Coburgo. Era l’anno 1831. Alla sua morte successe il figlio Leopoldo II; egli fu abile politico e diplomatico e nel 1885 arricchì il suo paese conquistando il Congo che fu appunto una colonia del Belgio.
Allo scoppio della prima guerra mondiale
era re del Belgio Alberto I. Era l’anno 1914 quando egli dichiarò
la neutralità del suo paese, ma inutilmente perché la Germania
invase il territorio.
Allora il sovrano fu costretto a combattere e riottenne
la libertà alla fine della guerra nel 1918 con la sconfitta
della Germania.
Nel 1939 con l’arrivo della seconda
guerra mondiale la storia si ripetè ma dopo due settimane di lotta,
Leopoldo III, allora sovrano del Belgio, decideva di porre fine alla resistenza.
Questa decisione non fu minimamente condivisa dal
popolo tanto che alla fine della guerra, con una nuova sconfitta della
Germania, il popolo stesso non volle che Leopoldo III tornasse a
regnare; egli fu costretto quindi a passare i poteri al figlio Baldovino,
il primo agosto 1950, quando egli era ancora minorenne. E Baldovino
l’anno dopo, ormai maggiorenne, divenne re del Belgio.
Era il 17 luglio 1951. Ma la popolazione non fu ancora soddisfatta. Poiché Leopoldo era rimasto a vivere nella residenza reale, si pensò che influenzasse la politica del figlio.
Il governo era retto a quell’epoca dai cristiano-sociali, ma nel 1954 le elezioni assegnarono la vittoria ai socialisti-liberali ed il loro capo fu A. van Ackers. Nel 1958, ed oltre, ci fu una continua alternanza al governo fra questi due partiti.
Il 1959 fu un anno piuttosto movimentato. Nella primavera l’ex re Leopoldo fu costretto a lasciare la residenza reale sotto l’accusa di avere pure organizzato il matrimonio del principe ereditario, Alberto di Liegi, con l’italiana Paola Ruffo di Calabria, in Vaticano anziché a Bruxelles, in mezzo al suo popolo.
Poi iniziarono le manifestazioni in Congo, che voleva l’indipendenza. Grandi furono i contrasti fra le autorità belghe e quelle congolesi sulle modalità per addivenire al regime di autonomia. E le polemiche non si placarono nemmeno nel dicembre di quell’anno con la visita sul posto di re Baldovino.
In politica estera il Belgio aderì a tutte le organizzazioni politiche ed economiche del blocco occidentale.
Per il Congo si applicò un programma di accelerazione dei tempi
per l’indipendenza che, infatti, fu proclamata il 30 giugno 1960. Entro
il 1962 anche il Ruanda e l’Urundi si distaccarono dal Belgio e proclamarono
le loro Repubbliche indipendenti.
Nel dicembre del 1960 re Baldovino sposò la spagnola Fabiola
de Mora y Aragon; poco dopo fu costretto ad interrompere il suo viaggio
di nozze ed a rientrare in patria per comporre una vertenza interna al
paese, sorta tra il capo del governo cristiano-sociale-liberale Gaston
Eyskens e l’opposizione. Il governo si dimise e lo sostituì un gabinetto
di coalizione fra cristiano-sociali e socialisti, presieduto da Theo Lefevre.
Ma il problema principale sorse con i contrasti tra i Fiamminghi ed i Valloni,
totalmente diversi per etnia e lingua, e prevalentemente presenti, questi
ultimi, nella capitale Bruxelles, bilingue, ma con maggioranza francofona,
posta in territorio fiammingo.
Dopo le elezioni del 1966 i cristiano-sociali formarono il nuovo governo alleandosi con i liberali, ma nel febbraio 1968 le diverse etnìe arrivarono alla rottura delle intese per cui il governo dovette dimettersi. E la crisi profonda creata dalle due etnìe caratterizzò tutto il corso degli anni settanta.
Dopo le elezioni anticipate dell’aprile 1977 si formò un nuovo governo con ampia coalizione di cristiano-sociali, socialisti, fiamminghi e valloni. Il capo del governo, Tindemans, propose lo sviluppo di un programma economico che si occupasse del rilancio dell’occupazione, della produzione, della riforma dello stato in senso federale con la concessione di una ampia autonomia amministrativa, economica e sociale alle due etnìe dei fiamminghi ed i valloni. Non riuscendo però ad ottenere consensi, Tindemans nell’ottobre 1978 si dimise, sostituito dal collega di partito P. van den Boeynants.
Nell’aprile del 1979 ancora un altro governo di coalizione fu guidato dal leader dei cristiano-sociali fiamminghi W. Martens. Nell’agosto del 1980 fu approvato uno Statuto speciale per la Fiandra e la Vallonia; rimase tuttavia insoluta la situazione di Bruxelles. Negli anni ottanta, oltre alle alternanze dei vari governi, si registrarono molti atti di terrorismo di cui furono accusate le Cellule Comuniste Combattenti.
Continuando poi le dispute vecchie di anni, Martens si dimise ed al governo giunsero i socialisti. Fra il 1988 ed il 1989 furono approvate le prime due fasi della riforma federale e si cominciò ad applicare un primo decentramento delle risorse finanziarie dalle autorità centrali a quelle regionali.
Il 4 aprile 1990 una grave crisi costituzionale privò il re Baldovino delle sue funzioni di sovrano, in quanto rifiutò di apporre la sua approvazione sulla legge che prevedeva l’interruzione volontaria della gravidanza, a causa delle sue convinzioni religiose. E per quel solo giorno le sue funzioni furono svolte dal Parlamento.
Nel 1991 i nazionalisti appartenenti alla Volksunie si ritirarono dal governo di coalizione e Martens fu costretto a dimettersi. Nello stesso anno ci furono le elezioni anticipate che videro arrivare al quarto posto il Partito degli Ecologisti mentre tutti gli altri avevano perso molti consensi. Ciò perché i vari rappresentanti di quei partiti, coinvolti in alcuni scandali, non ebbero più la fiducia dei votanti.
Il nuovo governo di coalizione fu presieduto dal cristiano-sociale J. L. Dehaene. Egli completò la riforma costituzionale già avviata da Martens e nel 1993 il Belgio divenne uno stato federale. Nello stesso anno morì re Baldovino e gli successe il fratello Alberto di Liegi.
Fra contrasti di vario genere nel 1994 scoppiarono anche diversi scandali in cui risultarono coinvolti tre ministri socialisti che dovettero dimettersi. Essi erano accusati di aver riscosso delle tangenti da parte dell’azienda italiana Agusta, che intendeva così assicurarsi alcune commesse da parte del governo belga.
Le elezioni europee del 1994 misero in evidenza la grande crescita dei partiti di destra. La comunità fiamminga propose pure di trasformare lo stato federale in uno stato confederale.
Con le elezioni politiche del 1995 il centro-sinistra recuperò una buona parte dell’elettorato; si potè così formare il governo e Dehaene fu nominato Primo Ministro.
Il nuovo governo, in vista dell’ingresso nell’Unione Monetaria Europea,
si preoccupò di applicare tagli alla spesa pubblica ed iniziò
col campo dei trasporti ferroviari e della scuola. Ciò provocò
una ondata di scioperi tale che il governo dovette addivenire ad un accordo
con i sindacati nell’aprile del 1996 per contenere l’alto tasso di disoccupazione.
Nello stesso anno un grave scandalo colpì il Belgio allorchè
si scoprì una banda operante nella pedofilìa e negli omicidi,
protetta ed anzi sostenuta da elementi appartenenti alle forze di polizia,
all’ordine giudiziario ed alla stessa politica. L’intera classe dirigente
fu posta sotto accusa. L’immagine del Belgio ne fu ampiamente offuscata.
Non bastò. Nel 1997 alcuni stabilimenti industriali furono chiusi
e con l’aumento della disoccupazione si ebbero manifestazioni e scioperi
a catena. Inoltre, come membro della NATO, il Belgio dovette intervenire
nella guerra contro la Jugoslavia, iniziata nel marzo 1999 e finita a giugno.