Storia
I primi abitatori di questo territorio furono i Maya e per molti anni furono gli incontrastati signori, finché nel 1682 arrivarono delle popolazioni inglesi, con il loro seguito di schiavi negri prelevati dalla Giamaica, che lo occuparono come colonia della Corona Britannica, e come tale si mantenne, sotto la giurisdizione della Giamaica, fino al 1884.
Ma il paese in precedenza aveva conosciuto la mano dei pirati ed un filibustiere di nome Wallace aveva fondato una città che chiamò Belize, che fu di continuo in guerra con la Capitaneria Generale dello Yucatan, arrivando così fino all’inizio del 18° secolo.
Tre trattati furono necessari perché la Spagna concedesse all’Inghilterra
il permesso di tagliare, caricare e trasportare il
legno dal fiume Hondo fino al Sibun, a sud di Belize. Essi furono stipulati:
il primo a Parigi nel febbraio 1763, e due a Versailles
a settembre 1783 e settembre 1786. Poi ci furono altri trattati nel
1826, nel 1893 e nel 1897, che decretarono da parte del Messico il riconoscimento
di Belize come colonia inglese, ed altri due nel 1859 e nel 1893 perché
la stessa cosa fosse approvata in Guatemala.
Sotto la guida di esperti tecnici britannici la colonia registrò un continuo progresso economico, con abbondante produzione di legname e lo sviluppo delle colture di cotone, canna da zucchero, tabacco e cedri, ed in più lo sfruttamento di giacimenti petroliferi.
Nel 1938 una commissione di tecnici visitò la colonia e vi fece impiantare una centrale con macchinari adatti per l’estrazione dell’amido dalla manioca; questo fu l’unico impianto del genere dell’Impero Britannico al di fuori della Malesia.
Poi la 2^ Guerra Mondiale rese molto difficili i trasporti delle merci e l’economia ne risentì molto. A tutte queste difficoltà si aggiunse poi nel 1941 un uragano che distrusse completamente le colture di agrumi.
Nel 1946 partecipò alla Conferenza delle Nazioni del Mar Caraibico,
tenutasi a Virgin Island, con delegati propri e nel 1947
fece parte di una commissione creata per studiare le potenzialità
economiche da sviluppare per se e per la Guyana Britannica.
Ma un’altra più importante questione era sul tappeto dal 1939
col Guatemala che rivendicava diritti di sovranità sulla colonia.
La crisi si acuì nel 1945 e nel 1948 era ormai divenuta piuttosto
grave.
Nel 1954 si ebbe una riforma costituzionale
per cui mentre il Governatore Britannico gestiva il potere esecutivo, quello
legislativo veniva affidato a 15 membri, 9 eletti e 6 nominati. E mentre
il Guatemala continuava a sostenere le sue rivendicazioni, invece il Belize
impostava la sua politica per arrivare alla completa indipendenza.
Infatti, a seguito di un proficuo lavoro svolto dal Partito Unito del
Popolo (PUP), partito di maggioranza, questi vinse due volte le elezioni:
nel 1954 e nel 1957.
Londra però non appoggiò queste aspirazioni e con l’ausilio del partito di minoranza, che invece voleva partecipare alla Federazione Caraibica, innestò dei fermenti nazionalistici che causarono agitazioni antibritanniche del PUP. E siccome le tendenze del PUP erano chiaramente di sinistra, tutte le sue manovre erano viste con sospetto anche dagli Stati Uniti i quali, essendo i più grandi importatori dei prodotti della colonia, avrebbero potuto creare enormi disagi all'economia.
Intanto nel 1970 il governo si trasferì nella città di Balmopan, nell’entroterra, fondata in seguito al rovinoso ciclone dell’ottobre 1961, che aveva devastato largamente il territorio.
Il 20 maggio 1973 Londra comunicò che il 1° giugno successivo la colonia avrebbe ripreso il nome originario di Belize (con capitale Balmopan) , non più Honduras Britannico, ribadendo, però,che la sua completa indipendenza non sarebbe stata sancita finché fossero durate le rivendicazioni del Guatemala. Rivendicazioni assai mal viste dall’intera popolazione.
Dopo diversi anni di decolonizzazione di auto governo interno, finalmente il Belize raggiunse 1‘indipendenza, nel 1981, sempre però nell’ambito del Commonwealth, ma sul territorio rimasero truppe inglesi per garantirne la difesa contro le continue minacce di annessione da parte del Guatemala che, mentre ne rivendicava i diritti storici, nascondeva quelli effettivi che erano esclusivamente economici.
Infatti, con l’annessione del Belize, il Guatemala si sarebbe garantito uno sbocco sull’Atlantico per le sue regioni settentrionali ed un eventuale sfruttamento del petrolio qualora ve ne fosse stato.
Furono fatti diversi tentativi di compromessi ma chi operò seriamente per dirimere l’annosa questione fu un governo civile, formato nel 1986 in Guatemala, il quale ristabilì le relazioni diplomatiche con il Regno Unito, interrotte da 23 anni, e favorì nel 1987 la ripresa dei negoziati.
Nel maggio 1988, infatti, fu nominata una Commissione composta dai rappresentanti dei 3 interessati, e fu stilato un trattato che pose termine alla diatriba e stabilì precisi confini tra i due stati del Belize e del Guatemala.
Le prime elezioni interne interruppero il predominio del PUP, il cui leader G. Price era al governo dal 1964 e diedero la vittoria al Partito di Unione Democratica (UDP) e la presidenza a M. Esquivel. Egli cercò di dare una svolta all’economia con un commercio liberista e favorendo l’afflusso di capitali esteri.
Poi, però, si ebbe un conflitto con il PUP che capovolse il corso della politica vincendo le elezioni del 1989. G. Price tornò al potere.
Nel gennaio del 1991, a seguito delle migliorate relazioni con il Guatemala,
il Belize è stato ammesso alla “Organizzazione degli Stati Americani”
Nel settembre 1991 si registrò una svolta importante nella annosa
diatriba con il Guatemala, sempre a causa delle rivendicazioni territoriali
di quest’ultimo.
I due paesi finalmente raggiunsero un accordo in base al quale, avendo il Belize concordato una limitazione delle proprie acque territoriali, dava al Guatemala la possibilità di accedere al Mar dei Caraibi, attraverso la stabilizzazione dei confini marittimi della “Bay of Amatique”.
E con questo, essendo caduto il principale motivo di discordia, naturalmente
economico, del Guatemala, il suo presidente J. Serrano Elias riconobbe
lo stato sovrano del Belize e ratificò questo accordo ufficialmente
in Parlamento nel novembre 1992.
Successivamente, nell’aprile del 1993, fra i due paesi fu firmato un
patto di non aggressione, cosicché le forze armate inglesi poterono
lasciare il Belize.
Nel giugno 1993 divenne presidente del Guatemala R. de Leon Carpio che non considerò chiusa la questione delle rivendicazioni sul Belize nel quale, parimenti, erano sorti contrasti in seno al governo, specialmente fra elementi dello stesso partito di governo, il People’s United Party.
Tutto ciò portò ad elezioni anticipate che si svolsero
nel giugno 1993 dando la maggioranza all’United Democratic Party.
Price fu sostituito dal nuovo premier M. Esquivel il quale, non convinto
della bontà dell’accordo ne volle rinegoziare i termini.
Per avere tutto l’appoggio necessario indisse prima un referendum popolare
e poi cercò i consensi della Gran Bretagna la quale sostenne, con
sicurezza, la sovranità del Belize contro le rivendicazioni che
il Guatemala aveva fatto pervenire, nel marzo 1994, all’allora segretario
generale delle Nazioni Unite.
In politica interna Esquivel cercò di limitare l’afflusso di
immigrati da Taiwan e da Hong Kong; combatté, ma senza grandi risultati,
il narcotraffico; impose un regime di austerità economico.
E tutto ciò gli costò caro perché nelle elezioni legislative
dell’agosto del 1998 fu sconfitto dal People’s United Party il cui leader,
S. Musa, formò subito un nuovo governo.