BRUNEI

Storia

Secondo le notizie arrivate fino a noi, di certo i primi europei sbarcati su quest’isola furono, nel luglio del 1521, gli equipaggi di Magellano, che vi arrivarono dopo la morte di lui avvenuta nelle Filippine.In seguito altri navigatori portoghesi, in viaggio verso le Molucche, costeggiarono l’isola e poi ancora quelli spagnoli. Dopo di loro arrivarono gli olandesi e gli inglesi.
Un monaco italiano, Antonio  Ventimiglia da Palermo, non si limitò alle coste dell’isola ma penetrò anche nell’interno e vi morì nel 1691.

Ma chi iniziò delle vere e proprie spedizioni a scopo esplorativo, furono gli olandesi nel XIX secolo. Uno di essi, il maggiore Georg Muller, nel 1825 esplorò la parte orientale, poi seguendo il corso del fiume Bungau fino alla catena di monti che tuttora porta il suo nome, penetrò nell’interno e qui, insieme a tutti i componenti della sua spedizione, fu ucciso dagli indigeni.
Per tutto il XIX secolo si susseguirono le esplorazioni e vi fu una continua alternanza fra le prese di possesso degli olandesi e quelle inglesi.

Questa immensa isola, la terza nel mondo per estensione, non ha una storia sua vera e propria, appunto per questo andirivieni di esploratori. Essa per un certo tempo fu pure in mano ai cinesi che vi fondarono un loro stato e sfruttarono le miniere d’oro. Quello fu un periodo di anarchia e di miseria che però finì dopo il 1850 quando gli olandesi decisero di intervenire in forma energica per addomesticare i cinesi che ancora nel periodo 1914-15 tentavano di ribellarsi.

Il Borneo è diviso in sultanati, i principali dei quali sono: Brunei, Bandjermasin, Sambas, Pontianak e Kotei.

BRUNEI:  fu ceduto dal sultano alla British North Borneo Company. Nel 1880  passò sotto protettorato inglese e dal 1906, per trattato, fu sottoposto all’Amministrazione di un residente britannico –

BANDJERMASIN: da sempre importante per i commerci degli olandesi ai quali andò la metà  del territorio nel 1823/25. Successivamente nel 1859  il sultanato fu incorporato nei possedimenti olandesi –

PONTIANAK:  fondato da un pirata, commerciante arabo, Sharif Abd ar-Rahman, nel 1772 fu affidato, per convenzione alla Compagnìa Olandese che lo tenne alle sue dipendenze –

SAMBAS: fondato da malesi, passato con una convenzione commerciale alla Compagnìa Olandese, e poi ancora sotto una dinastia musulmana –

KOTEI: sulla costa orientale e fino al XIX secolo  autonomo, poi passato sotto il governo olandese –

I Giapponesi sbarcarono sull’isola durante la seconda guerra mondiale, tra la fine del 1941 e l’inizio del 1942. Occuparono quasi tutto il territorio, fatta eccezione per il sultanato del Brunei e la zona di Balikpapan, nel Borneo olandese, e vi rimasero fino alla fine,  quando furono sconfitti dagli americani.

Nella parte del Borneo britannico si verificarono molti cambiamenti nel dopoguerra. L’isola di Labuan, prima organo a sé stante,  si riunì all’amministrazione del Borneo del Nord il quale nel luglio del 1946 passava alla Corona britannica. Nel maggio del 1946 il sultano di Sarawak aveva già ceduto alla Gran Bretagna il suo sultanato, in cambio di un vitalizio. Questa decisione trovò una maggioranza appena sufficiente per essere approvata in seno al Consiglio del sultanato. Il solo ordinamento del sultanato del Brunei non subì variazioni. La parte olandese del Borneo, invece, composta da 6 “daerak”, ossia territori autonomi,  andò a far parte degli Stati Uniti d’Indonesia. Quelli che si costituirono fin dall’inizio  furono 4:
1)- Kalimantan Barat, occidentale, con capitale Pontianak –
2)- Kalimantan Timoer, orientale, sede del Consiglio “Samarinda” –
3)- Borneo Tenggara, sud-orientale, sede del Consiglio “Kota-Baru” –
4)- Gran Dajak, o Dajak Besar –

E senza mutamenti sull’intero territorio passò un decennio. Invece nella parte britannica il 29 settembre 1959 fu promulgata la prima Costituzione di Brunei ed un nuovo accordo fu stipulato fra la Gran Bretagna ed il sultanato. Con questo accordo la Gran Bretagna si impegnava a mantenere i suoi compiti amministrativi e di difesa del territorio. Come per gli altri stati compresi nel Commonwealth britannico, anche qui il residente fu sostituito  da un “Alto Commissario”.

 Si crearono due Consigli, uno esecutivo presieduto dal sultano ed uno legislativo presieduto da un premier chiamato “Mantri Besar”, nominato dal sultano. Un terzo Consiglio, privato, si occupava di questioni costituzionali da portare poi dinanzi ad un tribunale dove almeno uno dei membri apparteneva ad uno degli stati del Commonwealth stesso.  La religione ufficiale fu la musulmana e la lingua ufficiale il malese, ancora per qualche tempo affiancata da quella inglese. Come avvenne per gli altri paesi del sud-est asiatico, anche Borneo-Brunei beneficiò del Piano Colombo per lo sviluppo economico.

Il Brunei rimase sotto il protettorato britannico fino alla fine del 1963 pur godendo di ampia autonomia. Non aderì mai alla proposta di entrare a far parte della Federazione della Malaysia poiché, disponendo di enormi risorse naturali, specialmente relative ai pozzi petroliferi, la limitata “elite” del paese poteva contare su redditi altissimi. Ancora per molto tempo quindi mantenne questo status e solo dopo, nel 1978, si arrivò all’inizio della decolonizzazione, quando cioè fu siglato un accordo che prevedeva, per la fine del 1983, la fine del protettorato. Ed infatti il 1° gennaio 1984 il Brunei fu stato sovrano ed indipendente.

Entrò subito, come tale, nel Commonwealth britannico e nelle Nazioni Unite. La Banca Mondiale lo inserì immediatamente fra i paesi considerati ad alto reddito, allo stesso livello di tutti i paesi esportatori di petrolio del Golfo Arabico.

In precedenza, però, e precisamente nel 1963, per la sua reiterata intenzione di non entrare nella Federazione della Malaysia, il Brunei dovette subire una rivolta armata capeggiata dal Partito del Popolo che il sultano, Alì Saiffudin, dichiarò fuori legge, dopo aver dichiarato lo stato d’emergenza. Nell’ottobre del 1967 il sultano abdicò in favore del figlio Hassanal Bolkiah.

Nel 1971 fu siglato con la Gran Bretagna un ulteriore accordo che assegnava al paese la piena autonomia per gli affari interni. Poi le Nazioni Unite intimarono alla Gran Bretagna, nel 1975, di ritirare tutte le sue truppe dal territorio dove era necessario indire elezioni politiche generali.

Nel gennaio del 1979 il Brunei firmò un accordo con la Malaysia e l’Indonesia che con questo si impegnavano al rispetto della sua sovranità. E quando, appunto, il 1°gennaio 1984 fu   proclamata l’indipendenza, il sultano, oltre ad essere nominato premier, ebbe anche l’incarico per le Finanze e gli Interni.

Poi nel febbraio 1988 il sultano sciolse il Brunei National Democratic Party, reo soltanto di avergli chiesto l’abolizione dello stato d’emergenza che durava da ben 26 anni.E poi governò con un regime assolutista senza alcuna concessione democratica.

Nei primi anni novanta si dovette registrare un forte aumento della disoccupazione, specialmente giovanile,con relativo disagio sociale. Il sultano rafforzò l’impronta islamica del suo regime, proibì l’ingresso nel paese degli alcoolici,favorì l’emigrazione dei cinesi che, pur privi di cittadinanza e quindi di assistenza sociale, rappresentavano la maggioranza nel settore impiegatizio.

Nel 1992, in occasione del venticinquennale del suo regno il sultano, deludendo tutti coloro che speravano in un ammorbidimento del regime, diede invece un giro di vite allo stato islamico, e rafforzò il ruolo guida della monarchia e della famiglia reale.

Per la politica estera il Brunei consolidò i rapporti con gli altri paesi del sud-est asiatico, specialmente con Singapore, importante partner commerciale, da cui attingeva mano d’opera altamente qualificata. Sempre nel 1992 entrò a far parte dei paesi non-allineati e l’anno successivo strinse relazioni diplomatiche con la Russia, la Cina popolare, il Vietnam e la Birmania. Nel 1995 divenne membro del Fondo Monetario Internazionale.