Storia
Prima che fossero scoperte queste isole erano disabitate. Poi, nel 1461, dalla provincia portoghese dell’Algarve partirono i primi coloni che qui arrivarono. Questi coloni occuparono le isole Santiago e Fogo e vi introdussero pure molti schiavi negri dalla Guinea.
Il navigatore veneziano Alvise Cadamosto si arrogò il merito di questa scoperta, avvenuta nel suo secondo viaggio del 1456 in Africa Occidentale, ma elementi storici più attendibili la attribuiscono al genovese Antonio da Noli, cioè Antoniotto Usodimare il quale, al servizio dell’Infante Enrico del Portogallo, stava navigando insieme al fratello Bartolomeo ed al nipote Raffaello, proprio intorno alle coste dell’Africa Occidentale.
Il giorno in cui avvenne la scoperta fu il 1° maggio del 1460, festività di San Filippo e San Giacomo, e si riferì a due sole isole. Le altre otto vennero trovate l’anno dopo dal portoghese Diego Gomez. E da allora le isole sono state sempre sotto il dominio del Portogallo.
Nel XVI secolo furono adibite soprattutto a bagno penale e gli europei che vi soggiornarono, mischiandosi agli schiavi negri, furono i creatori di una razza mista che a tutt’oggi presenta le caratteristiche che la costituirono. Nel 1915 la popolazione del momento fu definita pigra ed indolente ed a mala pena capace di capire la lingua portoghese. Più tardi ad un altro censimento risultò ancora più scarsa.
Ed altrettanto scarsi furono i risultati della colonizzazione; l’agricoltura, data la costituzione vulcanica del terreno, fu abbastanza prodiga, fin dai primi anni, di mais, patate, manioca, canna da zucchero, caffè, piante oleose e banane da esportazione. Discreta la pesca e la produzione del sale, ma poco sviluppata l’industria.
Nel 1968 una lunga siccità influenzò negativamente tutta l’economia del paese portando nel 1971 il deficit della bilancia dei pagamenti ad un livello disastroso.
Già dichiarato “territorio d’oltremare” dal Portogallo, il paese nel 1972 ottenne dal Portogallo uno statuto favorevole ad una limitata autonomia, l’istituzione di una Assemblea legislativa e di una Giunta consultiva, tutti organi atti a coadiuvare il governatore portoghese.
Alcune agitazioni del Partito Africano dell’Indipendenza della Guinea e Capoverde (costituito già dal 1956 da Amilcar Cabral), sempre nel 1972, portarono un miglioramento nel campo dell’istruzione e della sanità.
Dopo l’assassinio di Cabral, avvenuto nel gennaio 1973, e dopo la rivoluzione in Portogallo nel 1974, il governo di Lisbona iniziò delle trattative con Capoverde ed il 5 luglio 1975 il paese ottenne l’indipendenza. Fu proclamata la Repubblica e fu eletto presidente A. Pereira.
Con il colpo di stato del 14 novembre 1980 nella Guinea-Bissau, si ebbe una grave crisi nei due paesi poiché Vieira, allora presidente della Guinea, eliminò tutti i meticci originari di Capoverde dalla conduzione del “Partito” unico delle due popolazioni. A seguito di ciò i dirigenti di Capoverde si dissociarono fondando il loro “Partito Africano dell’Indipendenza di Capoverde, mettendo fine al sodalizio nel febbraio del 1981.
L’anno dopo i rapporti migliorarono e con la mediazione del presidente del Mozambico, Samora Machel, a Maputo si svolse un vertice che portò al ripristino fra i due paesi delle relazioni diplomatiche.
Capoverde potè godere di un certo periodo di stabilità nella politica interna e Pereira nel 1986 fu rieletto per altri 5 anni presidente dell’Assemblea Nazionale. Ma non così stabile fu l’economia, sia in campo alimentare che industriale. Il paese potè sempre sopravvivere per merito degli emigrati, soprattutto nel Senegal, in Portogallo, negli Stati Uniti e nel Brasile, da cui di continuo affluivano nuovi capitali, che nel 1987 coprirono il 15% del prodotto nazionale.
Nel 1990 si operò un emendamento alla Costituzione, approvato dall’Assemblea Nazionale, col quale fu introdotto il sistema multipartitico. Infatti le elezioni del 1991 assegnarono la vittoria ad un partito di recente formazione che fu il “Movimento per la Democrazia”, il cui candidato A. Mascarenhas Monteiro si aggiudicò le presidenziali.
Il governo appena formato e guidato da C. Veiga, iniziò subito i suoi lavori introducendo tagli alla spesa pubblica e privatizzazione delle imprese statali, non potendo continuare a contare prevalentemente sugli aiuti internazionali e sulle rimesse degli emigrati.
Nel settembre 1992 entrò in vigore una nuova Costituzione per cui il governo assunse forma parlamentare e capo dello stato fu il presidente della repubblica, eletto a suffragio universale con un mandato di 5 anni.
Ci furono molte modifiche in seno al governo ed il Movimento per la Democrazia subì una scissione che decretò la nascita di un altro partito, il “Partito della Convergenza Democratica”. E nonostante ciò, il Movimento vinse le elezioni legislative del dicembre 1995 e quelle amministrative del gennaio 1996, seguite il mese dopo da quelle presidenziali che confermarono Mascarenhas Monteiro.
In politica estera si iniziarono rapporti diplomatici con Israele, i paesi del Golfo Persico, la Cina popolare, il Regno Unito, il Sudafrica e la Svezia.
Nel luglio 1996 insieme al Brasile ed al Portogallo, Capoverde formò
una “Comunità dei Paesi di Lingua Portoghese”, in modo da poter
contare su una sempre migliore collaborazione non solo culturale ma anche
economica e tecnologica.