Storia
L’arcipelago delle Comore, situato fra il Madagascar ed il continente africano, è composto da 4 isole principali: Mayotte, Anjouan, Moheli e Grande Comora, e da una serie di altre piccole isole, tutte di origine vulcanica.
I francesi nel 1843 si impossessarono dell’isola di Mayotte e nel 1886 proclamarono il loro protettorato su tutto l’arcipelago, dichiarandolo nel 1912 colonia francese. Due anni dopo le isole furono unite al Madagascar. Fino al 1950 rimasero alle sue dipendenze. Poi divennero “territorio d’oltremare” con una certa autonomia amministrativa e finanziaria; ebbero una rappresentanza nell’Assemblea Nazionale, nel Senato e nel Consiglio della Comunità Francese.
Con la colonizzazione si ebbe lo sviluppo ed il progresso in tutti i settori, da quello agricolo a quello industriale, dalla pesca all’allevamento del bestiame ed anche la popolazione andò via via aumentando.
Nel 1961 l’autonomia interna dell’arcipelago fu completa. Nel 1974, con un referendum popolare si proclamò l’indipendenza e nel 1975, il 6 luglio, le Comore divennero una Repubblica indipendente, con capitale Moroni, situata sulla Grande Comora, e come tale entrò a far parte delle Nazioni Unite. Mayotte, però, rifiutando l’indipendenza, rimase con lo “status” di collettività territoriale, sotto sovranità francese (1976).
Nel 1975 fu inaugurato a Hahaya, nella Grande Comora, un aeroporto internazionale,
che si aggiunse agli altri due già esistenti.
Nello stesso anno il Presidente della Repubblica, Ahmed Abdallah fu
deposto dall’incarico, da Alì Soilih, il cui governo durò
fino al 13 maggio 1978, quando un gruppo di mercenari lo rovesciò
riportando alla presidenza Abdallah.
Egli soppresse tutte le strutture laiche-socialiste di Soilih, tendenti a modernizzare il paese ed instaurò un regime dittatoriale che, naturalmente, provocò le più forti opposizioni. Ed il 27 novembre 1989 Abdallah fu assassinato.
Nel marzo del 1990 fu eletto presidente Said Mohamed Djohar che istituì subito un governo democratico. I rapporti con la Francia si mantennero sempre ottimi ma ancora da risolvere era rimasta la questione di Mayotte, che la Repubblica di Comore reclamava come appartenente alla propria comunità. E questa situazione provocò un grande malcontento che sfociò in alcuni colpi di stato nel 1990, 1991 e 1992.
Nel giugno del 1992 fu varata una nuova Costituzione, di tipo presidenziale, e nel novembre si svolsero le elezioni legislative. Esse però misero in luce alcune irregolarità per cui si dovettero ripetere a dicembre del 1993 ed assegnarono la vittoria al partito del presidente, cioè al “Rassemblement pour la Democratie et le Renoveau”. Ma l’ordine durò poco. Nel settembre 1995 un altro colpo di stato rovesciò Djohar, ma gli esecutori, mercenari europei, furono costretti alla resa dai militari. Si formò un governo provvisorio e si indissero nuove elezioni nel marzo 1996.
La vittoria andò a M. Taki Abdoulkarim, leader dell’Unione Nazionale per la Democrazia alle Comore. Nell’ottobre successivo fu approvata con referendum una nuova Costituzione che, fra l’altro, stabilì religione ufficiale l’Islamismo. Sempre in quell’anno, a dicembre, le elezioni legislative furono vinte dal partito del presidente.
Nell’estate del 1997 si ebbero rivolte separatiste nelle isole di Anjouan
e Moheli che si dichiararono indipendenti. Nel novembre 1998 Taki Abdoulkarim
morì e gli successe “ad interim” M. Ben Said Massonde. Il 30 aprile
1999 ancora con un colpo di stato prese il potere il colonnello A. Assoumani.