Storia
Nel 1502 Cristoforo Colombo, al suo quarto viaggio, sbarcò sulla costa che chiamò "Costa Rica y Castilla de Oro", che fu subito conglobato con un già esistente distretto spagnolo, quello di Veragua.
Nel 1540 fu per la prima volta fissata la sua
giurisdizione territoriale e poi nel 1573, sotto Filippo II, furono stabiliti
i suoi limiti.
La prima esplorazione delle coste fu però compiuta intorno al
1520 e quasi subito si cominciò la colonizzazione. Solo nel 1525
fu fondato il primo centro che fu chiamato Bruselas.
Molti anni più tardi, fra il 1561 ed il 1565, fu intrapresa l’esplorazione dell’interno e quindi sì completò la conquista del territorio, ad opera di Juan Vasquez de Coronado.
Nel 1566 fu eletta a governatorato ed il primo governatore fu Perafan
de Rivera.
Altri numerosi governatori si alternarono, ognuno compiendo azioni
di rilievo, come Diego de Artieda, che nel 1577 fondò la città
di Artieda; Andres Arias Maldonado y Velasco che nel 1655 scoprì
il porto di Limon; Juan Lopez de la Flor, che nel 1663 allontanò
i corsari; Juan F. Saenz Vazquez, che nel 1673 domò una rivolta
di indiani e cacciò i pirati ed i filibustieri che infestavano le
coste di Matina ed aprì il porto di Caldera ai commerci, ma certamente
il più importante di tutti fu Tomas de Acosta che si prodigò
in tutti i modi nell’esercizio delle sue funzioni.
Egli nel 1798 fece un viaggio attraverso tutta la colonia; nel 1802 fece costruire una strada da Quircot al fiume Virilla; nel 1803 fece aprire una scuola di grammatica a San Josè e nel 1809 inviò particolareggiate relazioni sullo stato di indigenza del paese, sollecitando la Corona spagnola a prendere opportuni provvedimenti.
Nel 1810 il governatore Juan de Dios de Ayala chiese al re di istituire un Vescovado e nel 1813 don Florencio del Castillo, deputato, e presidente delle Cortes di Cadice, riuscì ad ottenere degli stanziamenti per il miglioramento della colonia che fu, appunto, una colonia spagnola, dipendente dal Guatemala, fino al 15 settembre 1821, giorno in cui si dichiarò indipendente.
Proclamata l’indipendenza, nel 1824 aderì
all’unione federale dell’America Centrale.
Nello stesso anno si scelse come presidente Juan Mora Fernandez che
governò per otto anni con grande impegno; fece un importante lavoro
legislativo e sociale; promulgò la prima Costituzione, fece costruire
scuole in ogni centro e nella capitale San Josè istituì la
scuola d ‘insegnamento secondario di S.Tommaso; fondò la zecca,
favorì l’agricoltura, costruì vie di comunicazione e fondò
gli elementi basilari per i successivi periodici nazionali.
Nel 1833 il nuovo presidente Josè R. Gallegos fondò il lazzaretto, fece costruire ospedali e l’università. Due anni dopo fu sostituito da Braulio Carrillo che nel 1834, attraverso un’Assemblea, fece distaccare la Costarica dall’Unione Federale, che poi si sciolse nel 1840. Poi Carrillo fu deposto ed esiliato e nel 1842 fu fatto prigioniero a Cartago e fucilato per aver tentato di far sollevare alcune città contro il governo.
Il nuovo presidente Josè M. Alfaro promulgò una nuova Costituzione e fra le opere che lo distinsero ci fu la trasformazione dell’istituto di S.Tommaso ad università.
Nel 1849 il nuovo eletto, Juan R. Mora, fondò la facoltà di medicina, creò la prima Banca e fece costruire il Palazzo del Governo. Sotto la sua presidenza fu creato il Vescovado di Costarica e si conbattè una lunga campagna contro i filibustieri, debellati nel 1856. Si alternarono poi numerosi presidenti finché fu eletto Alfredo Gonzales Flores che nel gennaio del 1917 fu deposto da una rivolta dell’allora ministro della Guerra, Federico Finoco, che promulgò una nuova Costituzione, dopo due anni di governo corrotto egli scappò all’estero con i fondi del tesoro pubblico.
Fu istituito allora un governo provvisorio presieduto da Francisco Aguilar Barchero, che per prima cosa ripristinò la Costituzione in auge nel 1871 e poi indisse le elezioni dalle quali uscì vincente Julio Acosta, che aderì nel 1920 alla Società delle Nazioni e propose l’adesione al Congresso per la riunione delle Repubbliche dell’America Centrale nuovamente in "Confederazione".
Fu convenuta la Costituzione sul modello di quella degli Stati Uniti d’America: le Repubbliche di: Costarica, Guatemala, Honduras, Nicaragua e Salvador si obbligarono alla unificazione diplomatica e consolare, all'unione doganale, all’uguaglianza del sistema monetario e dei pesi e misure, all’organizzazione disciplinata di ferrovie e linee di navigazione, con una unica bandiera politica e mercantile.
Ma il Parlamento non approvò la proposta di aderire alla Unione dell'America Centrale (28 giugno 1921) . L’anno stesso il Costarica ebbe un conflitto con la Repubblica di Panama per territori di confine e prevalse.
Per il quadriennio 1928/1932 fu eletto Cleto Gonzales Viquez.
Nel 1940 il nuovo presidente Rafael Angel Calderon Guardia deplorò
l’entrata in guerra dell‘Italia a fianco dei tedeschi; nel dicembre del
1941 dichiarò guerra al Tripartito; con l'aiuto degli Stati Uniti
fece costruire la strada panamericana da San Josè ai confini del
Panama; migliorò la coltura della gomma, quella dell’abacà,
che è un particolare banano le cui fibre tessili procurano la canapa
di Manilla, quella della chinina (cioè la parte essenziale per la
produzione del chinino) e del legno di balsa; tutte colture che dovevano
ripagare per le perdite subite dalla diminuita produzione del caffè.
La sua politica economica fu dedita al miglioramento, al contenimento dei
prezzi . Annullò la legge che vietava l’immigrazione ai cinesi.
Istituì un Codice del Lavoro (1943) ed un Codice Sanitario (1944).
Nelle elezioni del 1944 fu presidente Teodoro Picado Michalski, sostenuto
dal partito "Vanguardia Popular", di matrice comunista. Come Vice-presidente
fu nominato Francisco Calderon (fratello di Rafael Angel, ex presidente),
che tentò di ottenere il potere nel febbraio del 1948, ma fu battuto
dal candidato di "Union Nacional", Otilio Ulate.
Questi, nel successivo 2 marzo, accusato di complicità nell’uccisione
di due agenti, fu fatto arrestare da Renè Picado, fratello di Teodoro,
e da Calderon, ma fu subito rilasciato. Lo sostenne col suo appoggio militare
il colonnello Josè Figueres che combattè le truppe governative;
ebbe la meglio ma, il 14 aprile, per intercessione del Nunzio Apostolico,
mons. L. Centoz, avviò trattative di pacificazione che si conclusero
il 20 aprile. Picado e Calderon andarono in esilio nel Guatemala.
Il 24 dello stesso mese fu costituito un governo provvisorio presieduto da Leon Herrera che costituì subito un Ministero capeggiato da Figueres. Il 3 maggio venne formata una "Giunta Rivoluzionaria" il cui compito principale era quello di progettare una nuova Costituzione da sottoporre all’Assemblea Nazionale. Le elezioni furono indette per l’8 dicembre 1948. Ulate venne eletto; fu un buon presidente ed arrivò fino alla fine del suo mandato, durante il quale il Costarica abolì l'esercito ed entrò a far parte della Odeca, cioè l’Organizzazione degli Stati dell'America Centrale, conprendente El Salvador, Guatemala; Honduras e Nicaragua.
Nel 1953 fu eletto Josè Figueres a grande maggioranza sugli oppositori.
Egli svolse una politica di sinistra, controllò gli scioperi, mantenne
le libertà sindacali. Non partecipò nel 1954 alla X Conferenza
Panamericana poichè si svolgeva a Caracas, nel Venezuela, paese
sotto dittatura militare. Introdusse importanti riforme sociali e promosse
la ripresa economica.
Nonostante la sua popolarità, Figueres nelle elezioni del 1958
si vide surclassato dal conservatore Mario Echandi che si mise
in evidenza per aver proposto il disarmo di tutta l’America Latina,
e per aver dato ampio sviluppo alla libera iniziativa.
Intanto erano peggiorate le relazioni col Nicaragua a causa di profughi
politici che riparavano in Costarica, così questa non potè
partecipare al Mercato Comune dell'America Centrale nel gennaio del 1959.
Però la sua politica economica fu avversata da tutti coloro
che non vedevano di buon occhio lo sviluppo dell’iniziativa privata con
sempre meno intervento da parte dello Stato.
Si ebbe una notevole battuta d’arresto anche per il calo dei prezzi del caffè e delle banane sui mercati internazionali.
Così quando ci furono le nuove elezioni del 1962, il partito di Figueres ottenne l’elezione del proprio candidato F.Orlich, che riprese subito il programma di riforme sociali già iniziato dallo stesso Figueres.
Sebbene sì adoperasse per migliorare la situazione, i suoi sforzi vennero vanificati dal vulcano Irazù che nel 1963, 1964 e 1965, con le sue tremende eruzioni, provocò enormi danni sia all’agricoltura che all'allevamento del bestiame. Comunque dal 1962 al 1968 l'Istituto de Tierras y Colonizacion (ITCO) portò a compimento il programma di espropriazione di terre incolte beneficiando un considerevole numero di famiglie.
Dopo una difficoltosa quanto appannata presidenza del conservatore J.J.Trejos
(febbraio 1966), tornò alla presidenza Figueres nel 1970.
Egli però non ripetè la brillante conduzione precedente
e fece notizia il suo ritorno alle relazioni diplomatiche con l’URSS, anche
se tendenzialmente la sua politica estera era più vicina agli Stati
Uniti.
Accusato di essere filocomunista, egli potè dimostrare al paese
che le sue mire erano soltanto a scopo commerciale aprendo nuovi sbocchi
all’esportazione dei prodotti nazionali.
Nel febbraio 1974 divenne presidente D. Oduber, sempre del partito di Figueres; alle elezioni parteciparono per la prima volta i giovani di 18 anni. Nell’aprile dello stesso anno gli studenti inscenarono una violenta manifestazione contro gli Stati Uniti che avevano ottenuto dal governo la concessione per lo sfruttamento della bauxite.
Nel 1978 le elezioni portarono al potere il conservatore R.Carazo Odio,
ed anche il Parlamento fu a maggioranza conservatore. Si registrò
un peggioramento nella situazione economica, ci furono molte agitazioni
sindacali e tornarono ad essere tesi i rapporti col Nicaragua
.
Nel 1982 tornò alla ribalta il Partito di Liberazione Nazionale
con il suo candidato L.A. Monge Alvarez. Fu un periodo oscuro per l’economia
e per i conflitti che si registrarono con gli stati vicini.
Nel 1986, sempre con la vittoria del candidato di PLN, O. Arias Sanchez, si iniziò una fase di distensione. Nell’agosto del 1987 ci furono gli accordi di Esquipulas (Guatemala) fra i 5 Presidenti di: Guatemala., Honduras, Salvador, Nicaragua e Costarica, caldeggiati da Arias Sanchez che, per questo, ebbe il Premio Nobel per la pace.
Nel 1990 il nuovo presidente eletto, V. Chamorro, segnò la fine del conflitto col Nicaragua e si normalizzarono le relazioni fra i due stati.
Al contrario, sul piano economico sorsero continui problemi a causa
del debito con l’estero e le agitazioni si susseguirono, mentre esponenti
del PLN si trovarono coinvolti in casi di corruzione e nel narcotraffico.
Tutto ciò alienò fortemente le simpatie degli elettori verso
quel partito tanto è vero che le elezioni del 1990 furono vinte
dal conservatore R.A. Calderon Fournier che improntò la sua
politica alla austerità ed al rafforzamento dei rapporti con gli
Stati Uniti d’America.
Con questi accorgimenti Calderon Fournier riuscì a portare avanti
un programma di privatizzazioni ed a ridurre l’inflazione. Per raggiungere
questo risultato però dovette apportare notevoli tagli alla spesa
pubblica, alla sanità ed alla istruzione pubblica, peggiorando in
tal modo lo stato sociale. Per cui nel febbraio 1994, con le nuove elezioni,
dovette passare la mano a J. M. Figueres Olsen, leader del Partito
di Liberazione Nazionale e figlio dell’ex presidente.
Contrariamente alle affermazioni fatte durante la sua campagna elettorale, non solo portò a termine il piano delle privatizzazioni ma propose anche una dura revisione del sistema pensionistico, la qual cosa gli avvalse fortissime contestazioni sindacali che si esternarono mediante scioperi e manifestazioni.
Queste proteste indussero il presidente a rivedere in parte i suoi programmi
e ad apportare alcuni rimpasti nel governo.
Le elezioni generali del febbraio 1998, nonostante la quasi uguaglianza
dei programmi enunciati dai due maggiori partiti contendenti, assegnarono
la vittoria ai conservatori del Partito di Unità Sociale Cristiana,
il cui leader, M. A. Rodriguez Echeverrìa, fu eletto Presidente
della Repubblica ed entrò in carica nel maggio 1998.
Subito si instaurò una zona di libero scambio col Messico mentre
insieme a Belize, El Salvador, Guatemala, Honduras, Nicaragua, Panama e
Repubblica Dominicana, si sottoscrisse la “Dichiarazione di Managua”, il
cui principale scopo era quello di fondare istituzioni politiche comuni
a tutti loro.