Storia
Con questo nome sono indicati sette emirati, noti anche come “Stati della Tregua”, e sono: Abu Zabi, Dubai, Shargiah, Agman, Umm el-Quwein, Ra’s el-Kheimah e Fugiairah.
"Stati della Tregua" furono detti in memoria di una tregua, appunto, pattuita fra gli inglesi ed i pirati che allora compivano devastazioni e ruberie sulle coste di quei paesi.
La Gran Bretagna nel 1892 elesse su di loro il proprio protettorato, fino al 2 dicembre 1971, quando essi si proclamarono “stato sovrano ed indipendente, parte integrante del mondo arabo”, col nome di Unione degli Emirati Arabi.
Immediatamente l’Unione entrò a far parte sia della Lega Araba che delle Nazioni Unite.
Esiste fra i sette emirati un trattato istitutivo per il quale, a turno, viene espletata la Presidenza della Federazione.
Il primo presidente fu lo sceicco di Abu Zabi, Zaid Ibn Sultan Al Nuyan; ma nel dicembre 1976 fu confermato per altri cinque anni. Egli viene assistito da un Consiglio Supremo che si riunisce almeno due volte l’anno per discutere i problemi di comune interesse. Ed infatti il 13 febbraio 1972 per la prima volta si riunì l’Assemblea Nazionale Consultiva. Poi nel maggio 1973 fu istituita la moneta unica: cioè il Dirham.
La stragrande ricchezza portata dalla produzione del petrolio in questi emirati, ha fatto sorgere opere pubbliche di grandissima portata. Il livello di ricchezza raggiunto dai ceti sociali più elevati, ha però creato delle discrepanze enormi, poiché la distribuzione non ha mai toccato le zone e le popolazioni interne che, dunque, vivono in povertà.
Sviluppatissime sono le industrie ed il commercio con l’estero. Ed anche se negli anni 80 la ricchezza ha subìto un lieve rallentamento, gli emirati sono sempre stati collocati nei primissimi posti della graduatoria mondiale.
Con l’avvento della rivoluzione islamica, specialmente in Iran,e con il conflitto Iraq-Iran, gli emirati istituirono un maggiore coordinamento di relazioni con l’Unione Sovietica.Con la fine del conflitto poi ripresero i piani economici sempre relativi alla produzione del petrolio, che però subì una nuova stasi al momento del precipitare della crisi fra Stati Uniti ed Iraq a seguito dell’invasione del Kuwait, nell’anno 1990.
Gli emirati, direttamente coinvolti nel sostenere il Kuwait, furono ben soddisfatti dell’intervento americano nella guerra del golfo e successivamente, alla fine della guerra nel 1991, sperarono nel prolungamento di tale presenza al fine di garantirsi la loro sicurezza soprattutto dalla preponderanza dell’Iran. Che, infatti, nel 1992 andò ad occupare l’isola di Abu Musa ed altre due isolette nello stretto di Ormuz.
Nel 1996 l’Iran aprì sull’isola di Abu Musa un aeroporto e l’anno successivo un molo. Gli emirati dapprima portarono il problema da discutere in seno al Consiglio di Cooperazione del Golfo, poi alla Lega Araba ed infine alle Nazioni Unite, che sostennero le loro tesi. Poi nel 1998 le relazioni fra i due stati migliorarono e Teheran dichiarò tutta la sua disponibilità per comporre la controversia.
Gli emirati, però, nonostante tutti i trattati stipulati con vari stati occidentali, non autorizzarono nessuno a costruire basi militari nei territori di propria competenza.
All’interno degli emirati non furono mai fondati partiti politici ed ognuno di loro è sovrano nel proprio territorio.
Nel 1994, di comune accordo, portarono una variante al sistema giudiziario tradizionale, sottraendogli alcuni reati maggiori, come l’assassinio, il furto, l’adulterio, il traffico ed il consumo di sostanze stupefacenti, per sottoporli direttamente alla giustizia della “Saria”, cioè al giudizio islamico.
Nel 1996 ci fu ancora una variante alle leggi tradizionali, specialmente a quelle sulla immigrazione. Ciò per arginare l’afflusso della mano d’opera straniera che, contrariamente a ciò che accadeva negli anni settanta, quando era richiestissima, ora non era più così necessaria, anzi creava qualche problema di troppo.
In quell’anno gli emirati decisero pure di rendere permanente la Costituzione
che era stata varata fin dal 1971.