ESTONIA

Storia

E’ la regione sul Baltico che si estendeva fino al Lago di Peipus e comprendeva il Governatorato di Livonia. Gli abitanti, sin dai tempi più remoti, non furono mai uniti fra loro, ma vissero separati in tante piccole unità. E questo permise ai paesi vicini di invaderla con relativa facilità.

I primi ad arrivare furono i tedeschi verso la fine del XII secolo e poi l’ordine religioso teutonico dei “Porta Spada”, che si era imposto il compito di cristianizzare tutte le popolazioni  balcaniche.

La presa di possesso della  Livonia da parte dei tedeschi si verificò subito all’inizio del XIII secolo. Nel 1201 essi fondarono la città di Riga.

Per venti anni gli estoni lottarono per liberarsi da questo dominio, ma i tedeschi la spuntarono perché poterono contare anche sull’aiuto dei danesi che nel 1219 approdarono nella parte settentrionale dell’Estonia fondandovi la  città di Reval. Nel 1224 la sottomissione del paese fu completata e nel 1227 fu conquistata anche l’isola di  Osel. Oltre a perdere la loro indipendenza, gli estoni furono pure costretti ad abbracciare la religione cristiana. Le condizioni di vita imposte furono durissime; il popolo dovette pagare forti tributi ai conquistatori finchè, specialmente al nord, si ribellò agli invasori ma ne subì poi grandi repressioni, in particolare dai crudeli danesi. Questi poi vendettero  tutte le loro proprietà locali ai tedeschi che, così, divennero i padroni assoluti del paese al completo di  Livonia ed Estonia.

Il dominio tedesco finì nel 1558 quando essi furono sconfitti nelle guerre livoniche dallo zar Ivan IV. Tre anni dopo un’altra occupazione subì l’Estonia ad opera della Svezia che si aggregò anche la Livonia, già in possesso della Polonia.

Il dominio svedese continuò anche nel XVII secolo con un programma ben definito. Occorreva curare gli interessi delle popolazioni rurali e diminuire i privilegi ai nobili, specialmente a quelli tedeschi. I contadini poterono godere di alcune facilitazioni come ad esempio quella di potersi rivolgere ai tribunali di  stato per ogni evenienza. Nello stesso tempo il governo provvedeva a requisire le proprietà terriere della nobiltà.

Nel 1710 iniziò la conquista russa e nel 1721 la Svezia fu costretta ad abbandonare il paese con il trattato di Nystadt. Si arrivò al XVIII secolo con un sempre crescente influsso nel paese dei baroni tedeschi. Le condizioni di vita del popolo divennero veramente misere.

Dal 1816 al 1819, durante il regno di Alessandro I, venne abolita la servitù della gleba ed i contadini dell’Estonia e della Livonia furono almeno liberi. Ma certamente non migliorarono le loro condizioni economiche poiché il frutto del loro lavoro rimase sempre, in massima parte, alla nobiltà. Soltanto nella seconda metà del secolo XIX i contadini poterono entrare in possesso delle terre e quindi ne disposero liberamente. Parimenti dura fu la lotta per  acquisire l’istruzione. Prima i tedeschi non ebbero alcun interesse a che il  popolo ne potesse godere e poi i russi non permisero di applicarla in quanto uno dei principali loro scopi fu quello di russificare l’intero paese. Fortunatamente ci furono alcuni studiosi che si incaricarono di raccogliere tutte le poesie, i  carmi, le leggende e quant’altro, in modo che si potessero tramandare le piccole e grandi opere dei letterati estoni alle generazioni future. Fu fondato anche il primo giornale nazionale che si chiamò “Perno Postimees”.

Nel 1858, presso Tallin,  si verificò la prima rivolta dei contadini estoni contro i russi. Naturalmente fu soffocata  ed anche altre che seguirono. Ma gli estoni non furono mai domi, anche se dovettero sopportare tutte le miserie loro imposte dal governo reazionario di Alessandro III.

Il popolo estone, tutto unito  nella lotta per  la libertà, cominciò ad ottenere i primi successi con la conquista delle amministrazioni comunali nei centri più importanti, come Tallin.

Ciò fu facilitato dal fatto che in quel periodo, era il 1905, la Russia era impegnata nella guerra contro il Giappone ed i nobili germano-baltici, prevedendo una futura caduta del regime zarista,  si schierarono dalla parte dell’Estonia.

Allorchè nel 1914 la Russia entrò in guerra contro la Germania, i nobili si schierarono tutti dalla parte russa. Il 14 luglio 1917, quando il Consiglio Nazionale dell’Estonia potè assumere di fatto l’amministrazione del paese,  si realizzò certamente il primo  passo verso l’indipendenza.

Ed intanto in Russia i bolscevichi assumevano il potere ed in questo erano stati aiutati da migliaia di comunisti estoni che pretesero, subito, di ridurre subito l’attività del Consiglio Nazionale e chiesero l’estensione della dittatura sovietica anche al loro paese.

Il 24 febbraio 1918 l’Estonia fu dichiarata Repubblica  democratica  indipendente ed il giorno dopo l’VIII Armata tedesca  invase tutto il territorio scacciando le truppe russe. L’Estonia e la Livonia furono quindi  presidiate da un corpo di polizia tedesco. E questa occupazione si rivelò ben presto piuttosto diversa da quella che il popolo aveva sperato. Infatti i tedeschi ripristinarono i privilegi ai nobili e poi tentarono la germanizzazione del paese cominciando ad imporre l’uso della loro lingua in tutti gli uffici, nelle scuole e nelle chiese. Quando poi la guerra ebbe fine con la sconfitta della Germania, a questa venne intimato di sgomberare il territorio completo, ma i vincitori non installarono forze armate proprie così fu inevitabile che lo facessero i bolscevichi, sempre all’erta. Il governo provvisorio estone fece di tutto per organizzare la resistenza  aiutato anche dagli alleati. Accorse infatti un esercito guidato dal generale estone Laidoner, insieme con forze britanniche e si riuscì a bloccare i bolscevichi che ormai erano a pochi chilometri da Tallin ed il 24 febbraio 1919, ad un anno di distanza dalla proclamazione della propria indipendenza, l’Estonia potè considerarsi completamente liberata dal pericolo russo.

A Tallin si iniziarono i lavori per dare un assetto definitivo al paese. Nell’estate successiva alcune forze militari germano-baltiche tentarono di ribaltare il governo democratico per ripristinare i regimi conservatori ma non riuscirono nell’intento per merito delle forze estoni e quindi il governo, capeggiato da Ulmanis, potè rinforzarsi.

Nel frattempo era proseguita la guerra in Russia per l’avanzata bolscevica guidata da Trotzki. Dopo la Russia riconobbe l’indipendenza dell’Estonia e, definiti i limiti della sua frontiera orientale, le cedette il distretto di Petseri.

Si dette subito applicazione alla riforma agraria con  l’esproprio delle terre ai grandi latifondisti e la distribuzione delle medesime ai contadini mentre le zone boschive passavano direttamente sotto il controllo dello Stato.

Nel giugno 1920 fu promulgata la Costituzione e quando tutto fu in ordine, piano piano in Estonia il partito socialdemocratico uscì dalla coalizione governativa ed i governi successivi slittarono sempre più verso destra. Poi si verificò un momento di destabilizzazione verso la fine del 1924 quando venne istruito un processo a 150 comunisti accusati di voler rovesciare gli ordinamenti della Repubblica. Alcuni rivoluzionari, sobillati da Mosca, tentarono un colpo di mano ma Laidoner, vigile dittatore, riuscì a debellarli ed a ripristinare l’ordine.

L’Estonia conscia però del permanente pericolo di invasione sia da parte russa che tedesca, si adoperò molto per formare una solida unione con gli altri stati baltici,  come la Lettonia e la Lituania, coinvolgendo anche la Finlandia e la Polonia ma, nemmeno dopo molte conferenze, si riuscì nell’intento. Si potè raggiungere qualche  positivo risultato solo con la Lettonia, sia in campo economico che politico.

Il primo gennaio 1938 si promulgò una nuova Costituzione. Nel 1940 l’Estonia fu federata dall’Unione Sovietica ma nel luglio 1941, in piena  seconda guerra mondiale fu invasa dai tedeschi.

Nel 1945, con la sconfitta della Germania, i tedeschi si ritirarono e l’Estonia tornò ad essere fagocitata  nell’insieme delle Repubbliche Baltiche comprese nell’Unione Sovietica.

Da allora si intensificò il processo di russificazione del paese, completato poi dalle deportazioni di migliaia di estoni, che durarono fino agli anni sessanta. Ogni azione di resistenza nazionale, poiché isolata, non ebbe successo. Invece manifestazioni più consistenti si ebbero nel 1978, e seguirono la ormai nota “Primavera di Praga”.

Nel 1985, con l’avvento al potere di M. Gorbacev, in Estonia si verificò un ampio incremento del sentimento nazionalista popolare. Ed il 23 agosto 1988 il popolo scese in piazza per rivendicare la completa autonomia. Nell’ottobre successivo nacque il Fronte Popolare  Estone, che un mese dopo proclamava la sovranità dell’Estonia, sempre all’interno dell’Unione Sovietica, ma con il diritto di veto verso le leggi della medesima.

Subito la lingua estone tornò ad essere quella ufficiale. Nel 1989 i tre paesi baltici si riunirono per studiare una comune strategia politica. Nel 1990 il Partito Comunista divenne Partito Socialdemocratico Indipendente e le elezioni del marzo 1990 assegnarono la vittoria alle forze indipendentiste.

Un referendum del 3 marzo 1991 decretò il definitivo distacco dall’Unione Sovietica. Ed il 20 agosto veniva proclamata  l’indipendenza. Nel successivo settembre l’Estonia fu ammessa alle Nazioni Unite. E sempre in quel mese ebbero inizio i lavori per la stesura di una Costituzione, che in seguito sarebbe stata sottoposta all’approvazione tramite un referendum popolare.
Tutto ciò, però, ebbe anche un risvolto negativo poiché l’Estonia, con l’intento di ripristinare la sua totale cultura nazionale, non si curò di tutelare gli interessi delle minoranze presenti nel paese (russi, ucraini e bielorussi), e questo fu motivo di contrasti col governo di Mosca che, comunque, rimase il maggior corrispondente commerciale dell’Estonia.

Per la politica estera furono rafforzati  i legami con la  Finlandia e con i paesi occidentali. Nel 1992 l’Estonia entrò a far parte del Consiglio degli Stati del Mar Baltico; nel 1993 entrò nel Consiglio d’Europa e nel 1995 presentò la richiesta di adesione all’Unità Europea, e nel luglio 1996 addivenne ad un accordo con la Lettonia a proposito dei confini  marittimi, cosa che era stata oggetto di controversie già in precedenza.

Le prime elezioni politiche, tenute dopo la dichiarazione di indipendenza, avevano fatto dell’Estonia uno stato di tipo parlamentare ed il primo governo di coalizione fu guidato da M. Laar, capo del Partito Nazionale della Patria, mentre L. Meri, esponente dello stesso partito, veniva eletto Presidente della Repubblica, riconfermato poi nel 1996.

All’insegna della instabilità si ebbero altre elezioni ed altri governi finchè nel marzo del 1999, pur essendo stato registrato alle elezioni amministrative il successo del Partito di Centro, fu varato un governo di coalizione di centro-destra, guidato dal Primo Ministro M. Laar.