FIJI

Storia

Sono circa 250 isole che furono scoperte nel marzo 1643 dal navigatore olandese Abel Tasman. Dopo di lui completarono l’esplorazione i capitani inglesi Cook e Bligh.

I primi coloni bianchi a sbarcare su queste isole furono i deportati di Sidney, arrivati nel 1804. Nel 1835 in una delle isole più grandi, e precisamente a Levuka, arrivarono i primi commercianti.Così queste due prime categorie iniziarono il rinnovamento e la civilizzazione.

Tra i personaggi di rilievo di quel periodo, degno di nota fu sicuramente il re Thakombau, un cannibale che nel 1855 venne a conflitto col governo americano. Per la risoluzione della questione, il re offrì nel 1861 le isole a quel governo che, invece, le rifiutò. Allora la stessa offerta fu fatta nel 1873 alla Gran Bretagna che perfezionò subito il  contratto. Così nel 1875 il primo governatore delle isole fu sir A. Gordon.

All’inizio del XX secolo in queste isole furono introdotti parecchi braccianti indiani, provenienti da Madras e Calcutta , con contratti temporanei per il taglio della canna da zucchero. Poi questi contratti particolari vennero aboliti e gli indiani rimasero come liberi coloni.

Col tempo, con l’opera delle missioni e con la saggia amministrazione inglese, queste isole conobbero rapidamente un certo progresso ed anche socialmente gli isolani raggiunsero un livello più elevato. I coloni indiani, infatti, non mantennero il sacro ardore per le mucche, come ancora oggi è nell’India, ma impararono ad apprezzarne sia il latte che la carne dei quali si nutrirono regolarmente.

Nessun avvenimento di rilievo si verificò nella prima metà del secolo XX, salvo il fatto che lo sviluppo demografico degli indiani fu senz’altro superiore a quello dei figiani veri e propri.

La situazione economica si mantenne buona mentre i turbamenti atmosferici  destarono qualche preoccupazione: nel 1952 un ciclone danneggiò notevolmente il porto di Suva che poi subì pure un terremoto nel 1953. Ed intanto era stato costruito a Nandi, presso la costa occidentale di  Viti Levu, uno degli aeroporti più importanti del Pacifico.

Col formarsi di una coscienza nazionale si ebbero anche le adeguate istituzioni; così nel 1966 fu promulgata una Costituzione che prevedeva la nascita di un Consiglio legislativo, composto da membri eletti e l’introduzione del suffragio universale. E qui nacque il vero grande problema per le isole. La popolazione era in parte delle genti di origine melanesiana, cui soltanto spettava il diritto di possedere la terra, e dai discendenti dei  primi coloni indiani che col tempo si erano moltiplicati, superando di gran lunga il resto della popolazione.

Si trattò allora di mantenere entro certe dimensioni l’influenza dei voti per l’elezione dei membri del Senato e della Camera dei Rappresentanti. Il 10 ottobre 1970 le Figi ottennero l’indipendenza, nell’ambito del Commonwealth britannico.

Anche nella formazione dei vari partiti fu importante l’elemento numerico degli adepti per l’orientamento della politica nazionale. E fra le tensioni razziali si svolsero le elezioni generali del marzo-aprile 1977, vinte dal Partito Nazionale Federale, sostenuto dagli indiani. Ma non si riuscì a formare il governo.

Fu necessario ripetere le elezioni nel settembre dello stesso anno e questa volta vinse il Partito dell’Alleanza, a maggioranza figiana, capeggiato dal leader Ratu Kamisese Mara, che aveva già retto il governo in precedenza.

Un terzo partito, quello Nazionalista Figiano, partecipò alle elezioni ma con una campagna razzista anti-indiana e con questo spirito fu presente anche alle elezioni del 1982.

Nel 1984 si ebbe una fortissima protesta sindacale a causa del congelamento dei salari, operato dal governo. E quando quello stesso governo volle tenere una conferenza economica, la prima, nel febbraio 1985, l’Unione Sindacale si rese protagonista di un completo boicottaggio.

Nel maggio dello stesso anno si riunirono tutti i capi dell’Unione e fondarono il Partito del Lavoro e questo, con l’alleanza del Partito Nazionale Federale, vinse le elezioni dell’aprile 1987.

Fu formato il nuovo governo, presieduto da Timoci Bavadra, capo del Partito del Lavoro, e per la prima volta si raggiunse la maggioranza di ministri di origine indiana.

Dopo un mese questo governo subì un colpo di stato organizzato dal colonnello Sitiveni Rabuka, figiano, e l’incarico fu affidato al governatore generale Ratu Ganilau, rappresentante della regina Elisabetta II.

Il 25 settembre 1987 Rabuka, anziché formare un nuovo governo,portò a termine un altro colpo di stato col quale il 29 settembre proclamò la Repubblica.

Subito abolì la Costituzione ed il 6 ottobre si autonominò Capo dello Stato. Dopo pochi giorni, però, quando in Canada si radunarono i capi del Commonwealth britannico, la Repubblica delle Figi fu dichiarata fuori dalla comunità.

Allora Rabuka, per non compromettere le relazioni con quelle organizzazioni sicuramente pro-figiane, si dimise dalla carica e richiamò al governo l’ex governatore generale Ratu Ganilau, mentre premier fu ancora Ratu Kamisese Mara.

Rabuka tenne per sé soltanto il Ministero degli Interni. Nel 1990 vide la luce la nuova Costituzione che prevedeva la maggioranza dell’etnìa melanesiana su quella indiana ed il Primo Ministro doveva essere un appartenente alla etnìa melanesiana, in assoluto.

Nel proporre la nuova Costituzione il presidente Ratu Ganilau propose l’anno 1991 per le successive elezioni. Il Commonwealth, però, nel 1991 ribadì che le Figi non sarebbero rientrate a far parte della loro organizzazione finchè non fosse stata modificata la Costituzione.

Le elezioni slittarono al 1992 e furono vinte dal Partito Politico Figiano di Rabuka. Egli divenne quindi capo del governo e presidente fu Ratu Mara, in seguito alla morte di Ratu Ganilau.

Ma intanto l’affermazione di questa egemonia nazionalistica aveva provocato un esodo di massa di migliaia di indiani, fra cui un considerevole numero di tecnici e lavoratori fortemente qualificati, con forti danni per la situazione economica. Tuttavia le consultazioni del 1994 misero in luce ancora una grande prevalenza dei nazionalisti figiani.

Rabuka nel 1996 tentò una riconciliazione etnica  ma senza risultato. Poi, considerato che l’isolamento politico dopo l’espulsione dal Commonwealth stava deteriorando notevolmente l’economia del paese, si mise all’opera per emendare la Costituzione, in modo che ci fosse più equilibrio nel governo.

La Costituzione fu studiata ed approvata ed entrò in funzione nel 1998. L’equilibrio fu raggiunto ma importante fu l’abolizione di quella clausola che non voleva indiano il premier. Le Figi furono riammesse al Commonwealth ed i rapporti con l’India furono ripristinati.

Le elezioni politiche del maggio 1999 furono vinte dal Partito Figiano del Lavoro, il cui leader Mahendra Chaudhry divenne Primo Ministro.