Storia
I primi scopritori del territorio furono i portoghesi, ma già nel 1291 c’era passato il genovese Benedetto Vivaldi, durante un suo viaggio verso l’India.
Nel 1449 l’esploratore portoghese Tristao Nunez arrivò alle foci dell’omonimo fiume ma dovette ripartire immediatamente perché ostacolato dagli indigeni.
Nel 1455/56 due italiani risalirono il fiume: Alvise Cadamosto,
veneziano, ed il genovese Antoniotto Usodimare, da Noli, al servizio del
Portogallo. Essi scoprirono le isole del Capoverde ed esplorarono la zona
fino al Rio Grande.
Usodimare ci lasciò una documentazione molto dettagliata del
paese, che all’inizio chiamò Gambra nel quale, però, incontrò
molte difficoltà e spesso dovette combattere prima di poter esplorare
la regione ed avviare tranquillamente i suoi commerci.
A quel punto il Portogallo intervenne con le sue forze, soprattutto
perché attratto dalla presenza dell’oro e dal lucroso commercio
degli schiavi.
Nel 1588 arrivarono i mercanti inglesi, che sotto l’egida della regina Elisabetta I, costituirono delle compagnìe commerciali e cominciarono a contrastare i portoghesi. Più tardi anche Giacomo I Stuart, figlio di Maria Stuarda e successore di Elisabetta I, profuse aiuti ad una compagnìa che alle foci del fiume Gambia costruì un forte come difesa verso gli indigeni, spesso rivoltosi in quanto sobillati dai portoghesi.
Nel 1664 un altro baluardo di difesa, il Fort James (in onore del re) fu costruito in una piccola isola costiera, necessario per fronteggiare i nemici del momento, gli olandesi.
Le spedizioni inglesi all’interno della regione alla ricerca dell’oro furono contrastate anche dai francesi che si spostavano continuamente dal vicino Senegal.
Quando nel 1783 l’Inghilterra fu libera, per sconfitta, dalla guerra d’indipendenza americana, stipulò degli accordi con la Francia per stabilire le rispettive sfere di commercio nel Senegal e nella Gambia.
Ed in questo periodo nessuna colonia, nel vero senso della parola, ebbero gli inglesi, ma solo possedimenti limitrofi ai forti. E quando venne abolita la schiavitù, l’Inghilterra fu la potenza maggiormente danneggiata e per rifarsi dei danni subìti pretese il Senegal dalla Francia.
Intervenne però il Trattato di Vienna del 1815 a ristabilire la sovranità francese sul Senegal, ed allora gli inglesi l’anno dopo fondarono una loro colonia sull’isola di Santa Maria e la chiamarono Bathurst, in onore dell’allora ministro delle colonie, Enrico conte di Bathurst. Poi, dal 1857 gli inglesi stabilirono il pieno possesso del fiume Gambia.
La Francia tentò varie volte di farsi cedere dall’Inghilterra la Gambia, dato che era inserita fra gli altri possedimenti francesi dell’Africa Occidentale, ma senza risultato.
Però con alcuni accordi del 1889 e del 1904 ottenne il possesso di alcune località sul medio corso del fiume. L’Inghilterra, quindi, non rinunciò mai al suo possedimento e relativi protettorati. Continuò la sua politica coloniale cercando di migliorare la situazione economica, inserendo nella monocoltura delle arachidi anche quella del riso, del miglio, del mais e della palma da olio. Nel piano di sviluppo fu compreso l’allevamento del bestiame; gli inglesi pensarono anche di potenziare l’allevamento degli animali da cortile a Yundum, ma l’impresa non andò a buon fine.
Dopo la seconda guerra mondiale l’Inghilterra decise di applicare una politica che preparasse le colonie prima ad un autogoverno negli affari interni e dopo ad una vera e propria sovranità territoriale. E per questo il Gambia subì tre variazioni costituzionali, nel 1947, nel 1951 e nel 1954.
In quest’ultimo anno furono varati: una Costituzione, un Consiglio legislativo ed un Consiglio esecutivo. Nel 1959 il governo di Londra promise per l’anno successivo un ampliamento del Consiglio legislativo mediante elezioni a suffragio universale.
Ed intanto che nel territorio venivano a formarsi correnti inneggianti all’unione con la Repubblica del Senegal, l’Inghilterra adottò il sistema delle “autorità native” nei 36 distretti del protettorato. Nacquero anche diversi partiti politici, fra i quali il “Protectorate Peolpe’s Party”, fondato da Dauda Jawara, che cercò l’attivazione del popolo delle zone interne, i Mandingo.
Nelle elezioni del maggio 1960 per la Camera dei Rappresentanti, il partito di Jawara ottenne un grande successo; l’evoluzione politica fu talmente evidente che una nuova Costituzione nel 1962 portò all’autogoverno e questo prese il via nel 1963 con una coalizione presieduta proprio da Jawara, il quale nel 1965 divenne il premier del Gambia Indipendente.
Il partito di maggioranza del governo fu quello di cui Jawara fu sempre il leader, ribattezzato “People’s Progressive Party” e sempre questo ebbe la vittoria nelle elezioni del 1966.
Nel 1968 la stabilità politica fu scossa dal nascere di alcuni oppositori all’interno del partito; essi fondarono il “Progressive People’s Alliance”. Nel 1970 fu approvata dal popolo l’introduzione della forma istituzionale repubblicana e le elezioni del 1972 confermarono Jawara presidente.
Nel 1973 egli si dichiarò favorevole ad una graduale integrazione economica fra il Senegal ed il Gambia e nel 1974 stipulò un trattato di amicizia con la Liberia. Nel 1976, con la visita di gennaio del presidente del Senegal, si rinsaldarono i rapporti economici fra i due paesi.
Nel 1980 un colpo di stato, imputato alla Libia, portò uno scossone al governo, agevolmente guidato da Jawara. Egli chiese aiuti al paese amico Senegal che, infatti, inviò contingenti militari e l’ordine a Banjul fu ristabilito.
L’anno seguente, il 29 luglio, una eversione si ebbe ad opera del leader della sinistra Kukli Samba Sanyang e di nuovo il Senegal intervenne vittoriosamente.
A seguito di questi avvenimenti, nel dicembre dello stesso anno si giunse ad un accordo federale fra i due paesi. Si chiamò “Senegambia” e previde una stretta cooperazione per integrare le forze armate, la diplomazia e la moneta.
Ma non si riscontrarono buoni risultati anche perché all’interno del Gambia sorsero timori sull’autenticità dell’amicizia da parte del vicino più forte stato del Senegal e nel 1989 la Senegambia si sciolse.
Pur tuttavia nel gennaio 1991 ancora un trattato di amicizia e di collaborazione fu firmato fra i due paesi.
In questo periodo vennero però allo scoperto sia l’instabilità politica che quella economica; ma alle elezioni del 29 aprile 1992 Jawara ottenne nuovamente la rielezione a presidente con la consueta grande maggioranza.
Si arrivò così al 22 luglio del 1994 quando con un colpo di stato, ad opera di alcuni giovani ufficiali guidati dal tenente Y. Jammeth, Jawara fu deposto. Jammeth assunse la carica di presidente della repubblica, vietò ogni attività politica ed affidò il potere ad un Consiglio provvisorio. Lo scopo principale della sua politica fu quello di debellare completamente la corruzione, ovunque essa fosse, e per questo nominò alcune commissioni d’inchiesta.
Naturalmente vennero a mancare al paese gli aiuti finanziari sempre affluiti da più parti. Così per non incorrere in un completo isolamento internazionale, il Gambia si dispose, tra il 1994 ed il 1995, a stabilire relazioni diplomatiche con la Libia, Taiwan, Cuba ed Iran.
Nel 1995 fu ripristinata la pena di morte e furono arrestati molti giornalisti e dissidenti. Poi però si riattivò la politica di alcuni partiti, meno quelli che erano stati fino ad allora i principali.
Il 26 settembre 1996 si svolsero le elezioni presidenziali e Jammeh conseguì un grande successo. Egli poche settimane prima si era dimesso dall’esercito per potersi candidare a quelle elezioni, come rappresentante dell’Alliance For Patriotic Reorientation and Construction. Il 2 gennaio 1997 ci furono le elezioni legislative che ribadirono il successo dell’Alleanza e con la seduta inaugurale dell’Assemblea Nazionale del 16 gennaio entrò in vigore anche la nuova Costituzione.
Il grande successo di Jammeh era stata la conseguenza della presentazione del suo ambizioso programma di governo. Con questo programma si era impegnato a costruire scuole, ospedali, stazioni televisive, un nuovo terminal ed a modernizzare le vecchie strutture del porto. L’opposizione non tardò a criticare questi progetti che riteneva solo “di facciata”, in quanto richiedevano spese eccezionali che il paese non avrebbe potuto sostenere. Nell’aprile del 1997 furono ripristinati tutti gli elementi civili nelle cariche governative.
In campo internazionale, nel gennaio 1996 e nell’aprile del 1997, fra
il Gambia ed il Senegal furono firmati molti accordi di collaborazione
e di buon vicinato per combattere uniti il crescente fenomeno della droga,
l’immigrazione illegale e per favorire al massimo gli scambi commerciali.