GHANA

Storia

Possedimento britannico sulla costa occidentale dell’Africa; si disse che fosse stato visitato nel Medio Evo da alcuni  marinai europei ma si sa con certezza che la prima occupazione avvenne a Ora del Mina (poi Elmina) ad opera dei portoghesi nel 1481.

Nel 1553 sopraggiunsero gli inglesi e subito dopo gli olandesi. Nel 1642 una specie di scambio avvenne fra i portoghesi e gli olandesi: i primi si ritirarono da quella che essi chiamarono  la “Costa de Ouro”, in favore degli olandesi, e questi rinunciarono a loro favore ai diritti sul Brasile. Poi tanto gli inglesi che gli olandesi intrapresero subito i commerci degli schiavi e dell’oro.
Nel 1871 gli olandesi si ritirarono del tutto e gli inglesi, con l’abolizione definitiva del commercio degli schiavi, abbatterono tutte le loro fortificazioni nel XIX secolo, lasciando che il paese organizzasse per proprio conto il suo governo.

Da quel momento iniziarono i collegamenti con le zone più interne, si ebbero alcune guerre con gli indigeni, specialmente Ashanti, e finalmente alla fine del secolo il paese si organizzò in quelli che si chiamarono i “territori del nord”.

Verso il 1900 si applicò una sostanziale politica di sviluppo economico con costruzione di ferrovie e studi di risanamento.
Dopo  la seconda guerra mondiale la Costa d’Oro acquistò la sovranità statale in seno al Commonwealth, conseguenza di una politica britannica nata durante la guerra.

Ebbe nel 1946 un Consiglio legislativo. Le competenze di questo Consiglio furono estese poco dopo al territorio protettorato Ashanti, ma non a quelli del Togo ed ai territori del nord, ai quali giunse nel 1950 quando non fu più un Consiglio legislativo ma una Assemblea legislativa, di 104 membri, tutti africani e  tutti eletti. Fu elaborata la Costituzione in base alla quale furono indette le elezioni.

Nel settembre 1954 nei Territori del Nord si formò un Movimento di Liberazione Nazionale che chiedeva la revoca del governo di unità nazionale per averne uno federale. Questa tesi fu corroborata dalla “Convention People’s Party”, guidato da Kwame Nkrumah, uscito vincitore dalle elezioni sia del 1951 che del 1954. Poiché la questione non potè essere risolta, si ricorse alle elezioni del 1956, che furono ugualmente  vinte da Nkrumah.

Allora fu dalle Nazioni Unite indetto un plebiscito nel quale gli abitanti del territorio del Togo, sotto amministrazione fiduciaria britannica, si espressero in favore di una unione con la Costa d’Oro, stato indipendente.

Nel 1957 la Costa d’Oro divenne stato indipendente dell’Africa Occidentale ed entrò a far parte del Commonwealth. Prese il nome di Ghana, già appartenuto ad un antico impero che si estendeva più a nord. E questo stato comprese anche i precedenti possedimenti coloniali quali il protettorato degli Ashanti, i Territori del Nord ed il Protettorato del Togo.

La prima Costituzione fu modificata e quindi nel 1958 si abolirono le Assemblee regionali sostituite, per legiferare, da una Assemblea Nazionale.

Nel novembre del 1958 Nkrumah, Primo Ministro del Ghana, firmò un accordo con Sekou Tourè, Primo Ministro della Guinea, per fare dei due stati il nucleo di una Federazione di Stati Indipendenti nell’Africa Occidentale.

Il 30 giugno del 1960 il Ghana, attraverso un referendum, divenne una Repubblica ed il Presidente fu Kwame Nkrumah; questa giovane repubblica un mese dopo fornì sue truppe alle Nazioni Unite per fronteggiare la crisi del Congo.

La politica interna del presidente, improntata all’autoritarismo, si attirò parecchi dissensi per cui alcuni ministri si dimisero. L’opposizione si rafforzò e nell’agosto del 1962 a Kulungulu il presidente fu l’oggetto di un attentato.

Nel dicembre del 1963 alcuni presunti colpevoli dell’attentato furono assolti, ed allora Nkrumah esonerò il presidente del tribunale A. Korsah.

Nel gennaio 1964 il presidente subì un altro attentato. Nel 1965 fu rinnovata l’Assemblea Nazionale e fu istituita una Guardia Presidenziale, ben distinta dall’esercito, con il quale il presidente non ebbe mai contatti troppo amichevoli.

Le sopraggiunte difficoltà economiche del paese, a seguito della diminuzione del prezzo mondiale del cacao, maggiore prodotto di esportazione del Ghana, e gli eccessi autoritari di Nkrumah, portarono ad un colpo di stato.

In assenza del presidente, in quel momento in visita a Pechino, lo destituirono, fu sospesa la Costituzione, fu insediato un Consiglio di Liberazione Nazionale formato da 4 ufficiali dell’esercito e da 4 della polizia, presieduto dal generale R. A. Ankrah.
All’interno del paese questo Consiglio cercò di porre rimedio alle difficoltà ed alla disoccupazione ed avviò un piano di riforme. All’estero furono rinsaldati i legami con l’Occidente, furono troncati i rapporti con la Cina e si entrò in polemica con l’Unione Sovietica. Con i paesi vicini furono migliorate le relazioni, meno che con la Guinea, rea di aver ospitato Nkrumah.

Nell’aprile del 1969 A. A. Afrifa sostituì Ankrah  nel Consiglio di Liberazione Nazionale, riammise nella legalità alcuni partiti fra i quali il “Progress Party”  di K. Busia e la “National Alliance of Liberals”, guidata da Gbedemah. Nell’agosto fu proclamata la Seconda Repubblica; si escluse il partito unico; si divisero i poteri e Busia formò il nuovo governo, mentre la presidenza veniva assunta da E. Akufo Addo.

Per limitare le difficoltà economiche, il governo espulse tutti i lavoratori stranieri e nel 1971, con un altro giro di vite, il governo propose  una  previsione del bilancio molto austera; furono applicate riduzioni alle spese e tasse ed infine furono soppressi i sindacati.

Nel gennaio del 1972, in assenza di Busia, un altro colpo di stato consegnò il governo ad un “Consiglio Nazionale di Redenzione”. Con esso furono ripristinati i privilegi burocratici e militari, si annullarono i debiti esteri, specialmente quelli con la Gran Bretagna ed in qualche modo fu rivalutata in parte la politica internazionale di Nkrumah che, nell’aprile del 1972 era morto in Romania e la cui salma, richiesta ed ottenuta, fu tumulata nel suo paese natìo.

Il Ghana, infatti, riaffermò la solidarietà panafricana, riattivò gli scambi commerciali con i paesi socialisti, specialmente con la Cina in campo agricolo.

Nel gennaio 1973 il governo affermò la sua compartecipazione nelle attività minerarie, aurifere e diamantifere, e con i successi ottenuti la bilancia commerciale di quell’anno chiuse in parità. Arrivò, però, la crisi petrolifera mondiale e tutti i benefici precedenti vennero annullati. Ritornarono le difficoltà ed anche i colpi di stato senza che il Consiglio perdesse il potere.

Ma nell’ottobre 1975 il Consiglio fu sostituito dal “Supremo Consiglio Militare”, di 7 membri, presieduto dal generale I. K. Acheampong. Questo regime militare incontrò grandi opposizioni e nel luglio 1978 prese il potere F. Akuffo che ripristinò il governo civile. Ma fallimenti e corruzione del gruppo dirigente scatenarono un golpe, capeggiato dal sottotenente J. Rawlings, che assunse il potere e fece fucilare 8 esponenti del regime precedente, fra cui Afrifa, Acheampong e Akuffo.

Ci furono altre elezioni ed un altro presidente ma gli scandali continuarono ed allora Rawlings, il 31 dicembre 1981, abolì la Costituzione ed i partiti ed assunse il potere a capo del “Provisional National Defence Council”, composto da militari e civili insieme. Questo stato di cose provocò vasti dissensi ovunque e gli anni dal 1983 al 1987 videro il susseguirsi di eventi negativi, compresa una terribile siccità ed il rientro di un milione di cittadini ghanesi espulsi dalla Nigeria.

Un primo passo verso la ricostituzione di una Assemblea Nazionale fu intrapreso con le elezioni locali del dicembre 1988. Nel settembre 1989 ci fu un altro tentativo di colpo di stato e certamente se, dietro a tutti questi disordini, non si arrivò ad un disastro nazionale, si dovette al carisma di Rawlings che procurò, nonostante tutto, aiuti al paese da parte degli organismi internazionali ed investimenti stranieri.

Nel 1991 il governo affidò ad un gruppo di esperti l’elaborazione di una nuova Costituzione, che fu approvata con referendum il 28 aprile del 1992, con la  quale si approvava il pluripartitismo, ma con alcune riserve, che misero subito all’opera l’opposizione.

Subito, a partire dal 1993, la situazione economica peggiorò ed allora il governo dovette applicare ulteriori misure di  austerità. Si andò avanti per alcuni mesi ma nella primavera del 1995 scoppiarono gravi disordini di popolo a causa dell’aumento sia dei prezzi dei beni di consumo che delle tasse. E come se non bastasse, già dal febbraio dell’anno precedente nelle zone del nord erano sorte situazioni di pericolosa tensione fra le diverse etnìe dei Nanumba e dei Konkomba. Si addivenne anche ad un accordo fra i loro rappresentanti e pur tuttavia a marzo del 1995 si ritornò ai disordini che presto portarono a violenti scontri.

Nel dicembre del 1996, anche se con popolarità inferiore, Rawlings fu rieletto alle presidenziali mentre alle legislative, anche se la vittoria andò al “National Democratic Congress”, si mise in evidenza un’altra forza di opposizione, il “New Patriotic Party” che conquistò 60 seggi.

Rawlings svolse pure una intensa attività politica internazionale, fra il 1994 ed il 1996, intervenendo di persona come mediatore di pace fra le fazioni  in lotta nella guerra civile della Liberia e facendo presidiare quel paese dalle sue truppe di pace, fino al gennaio 1999. Lo stesso compito fu svolto anche fra il 1998 ed il 1999 nella Sierra Leone, altro paese  sconvolto dalla guerra civile.