Storia
Questa terra ha per i cattolici una grande importanza perché i Luoghi Santi e la parte più antica di Gerusalemme si trovano in territorio giordano. E proprio qui giungono da tutto il mondo quei pellegrini che vogliono visitare le rovine delle antiche città di cui parlano le Sacre Scritture.
La Giordania è uno stato nuovo, nato nell’aprile del 1950, dalla fusione della Palestina centrale con la Transgiordania. Prima di tale data questo piccolissimo territorio era diviso fra gli stati confinanti e ne seguì quindi le varie vicende storiche.
Nel 1920 quando l’impero turco si sfasciò, alcune regioni palestinesi vennero sottoposte a mandato britannico e poi nel 1946 ottennero l’indipendenza col nome di Transgiordania. Questo nuovo stato arabo, costituito con territori posti a sud della Siria, ad ovest della Palestina, percorso da una porzione della ferrovia dal Cairo a Bagdad, collegava lo stato dell’Hegiaz a quello dell’Iraq.
Il 25 aprile 1920 la Società delle Nazioni assegnò il “mandato per la Palestina e la Transgiordania” alla Gran Bretagna, confermato poi anche nel 1924. Per l’incompatibilità degli Arabi con gli Ebrei, il paese fu organizzato come “stato autonomo” il 26 maggio 1923, sotto l’emiro Abdullah ibn Hussein, figlio dello sceriffo della Mecca.
Il 20 febbraio 1948 fu riconosciuto indipendente, ma sotto il controllo militare e finanziario della Gran Bretagna. L’anno seguente cominciarono i conflitti arabo-ebraici, che condussero alla netta separazione di Israele.
Il 25 maggio 1946 fu proclamata la piena indipendenza e sovranità della Transgiordania; Abdullah fu incoronato primo re del nuovo stato. La Transgiordania fu il centro politico della Lega Araba. Dal 19 maggio 1949 fu detto Regno Hascemita del Giordano, o più brevemente Giordania.
Durante il regno di Abdullah (appartenente ad una dinastia discendente
da Maometto), la Giordania svolse una politica intesa ad allargare i propri
confini verso la Palestina e ad affermare la propria supremazia politica,
militare e morale sugli altri stati arabi del Medio Oriente. Ebbe in ciò
l’appoggio della Gran Bretagna mentre si scontrò, com’è naturale,
con lo stato di Israele.
L’assassinio del filo-britannico Abdullah (20 luglio 1951), al quale
successe il figlio Talal I, rivelò il sorgere di un intransigente
spirito nazionalistico e la conseguente aspirazione ad eliminare l’ingerenza
britannica.
Ma il 12 agosto 1952 re Talal, dopo un lungo periodo di assenza dal regno per motivi di salute, fu deposto dal Parlamento di Amman e gli successe il giovane figlio Huseyn, incoronato nel maggio del 1953. Nell’ottobre scoppiò un nuovo incidente con Israele, per l’attacco, da parte israeliana, di tre villaggi di frontiera della Giordania. Il governo di Giordania vietò l’ingresso nel territorio del suo stato alle persone di origine ebrea appartenenti a qualsiasi nazionalità.
Nel febbraio 1958 la Giordania costituì l’Unione Araba con l’Iraq per controbattere la politica espansionistica dell’egiziano Nasser.
Il 14 luglio dello stesso anno in Iraq si verificò un colpo di stato che sembrava dovesse coinvolgere anche la Giordania. Re Huseyn con la sua abilità ed il suo coraggio, affrontò la situazione, sollecitò l’aiuto militare britannico, che giunse, e rinsaldò il vacillante trono.
Nell’inverno 1960/61 il regno di Giordania si trovò ancora vivo e su solide basi. Rimase in piedi, però, uno stato di tensione con l’Egitto e questa conflittualità si trascinò fino al 1964.
All’interno, la politica del giovane re procurò calma e stabilità. Al di fuori ebbe però alcune difficoltà nel 1966 dalla crisi con la Siria, che era appoggiata sia dall’Egitto che dalla Unione Sovietica. Huseyn ebbe l’appoggio dell’Arabia Saudita e degli Stati Uniti. E quando la Giordania ruppe i rapporti con l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, la Siria invitò il popolo giordano a ribellarsi al re.
Con l’avvicinarsi di un conflitto con Israele, però, la Siria e la Giordania ricomposero le loro diatribe per fare fronte unico. E nel 1967 proprio la Giordania uscì malconcia dalla guerra perché subì la perdita di tutti i territori ad ovest del Giordano. Oltre tutto dovette accogliere migliaia di profughi.
Nel periodo 1968/70 la Giordania fu teatro di scontri armati e di rappresaglie da parte di Israele. Si ebbe pure un attentato alla persona di Huseyn ed azioni terroristiche procurarono il dirottamento e la distruzione di 4 aerei occidentali ad opera del Fronte di Liberazione della Palestina che, nel 1971, fu espulso dal territorio giordano. Questi attentati suscitarono enormi proteste internazionali.
Intanto Huseyn lavorava per rafforzare la sua posizione in seno al paese e nel 1972 divenne presidente dell’Unione Nazionale Araba. Nel 1974 dovette poi accettare la presenza dell’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), quale solo ente preposto all’amministrazione di eventuali territori liberati.
Nei primi mesi del 1975 corse voce che un altro attentato al re era in preparazione e nel 1976 la Giordania intensificò la sua azione politica in collaborazione con la Siria.
E mentre era tutta tesa alla riconquista dei territori perduti nel 1967, la Giordania nel 1979 si trovò in difficoltà a causa della intesa di pace intercorsa fra Israele ed Egitto e con la concordata ipotesi di autonomia della Cisgiordania. Per cui Huseyn operò un riavvicinamento all’OLP e cercò di coinvolgere gli Stati Uniti per la formazione di uno stato giordano-palestinese che avrebbe costretto Israele a cedere i famosi territori. Per questo il re incontrò Arafat e poi cercò l’avallo anche dell’Unione Sovietica recandosi in visita a Mosca nel maggio 1981. L’11 febbraio 1985 Huseyn ed Arafat stipularono un accordo che, però, l’anno successivo si sciolse perché i patteggiamenti con gli Stati Uniti non si fecero più e, comunque, Tel-Aviv non concesse la sua disponibilità.
Nel 1988 la Giordania rinunciò ufficialmente alla sovranità su quei territori e sulla striscia di Gaza, lasciando all’Organizzazione per la Liberazione della Palestina la responsabilità di ogni evento.
Però cooperò col mondo arabo e si schierò dalla parte dell’Iraq nel conflitto con l’Iran e nel 1989 aderì al Consiglio di cooperazione araba con l’Egitto, Iraq e Yemen del Nord.
Ma la situazione economica, al pari di quella socio-politica, manifestava una certa instabilità. Nell’aprile 1989 si ebbe una forte ondata di proteste e di tumulti proprio quando il re Huseyn si trovava a Washington a colloqui con G. Bush, presidente degli Stati Uniti. Nella circostanza fu anche deposto il primo ministro Zaid Rifa’i e posto in carica il nuovo Zaid Ben Sakir, consigliere per gli affari militari, già capo delle forze armate.
In occasione della Guerra del Golfo, la Giordania si mantenne neutrale. Ciò permise la sua presenza alla Conferenza di pace arabo-israeliana promossa dagli Stati Uniti nell’ottobre 1991. Nell’aprile 1992 re Huseyn abolì tutte le leggi che avevano imposto la legge marziale già in occasione della guerra del 1967. Inoltre, allo scopo di non perdere la possibilità di mediazione, la monarchia intensificò i rapporti con gli Stati Uniti allentando quelli con l’Iraq, e rafforzò pure quelli con Israele specialmente nel 1993 dopo la firma della “Dichiarazione dei Principi”, appunto fra Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina.
Nell’ottobre 1994 fu firmato con Israele un trattato di pace che riconosceva alla Giordania un ruolo speciale di tutela nei confronti dei Luoghi Santi a Gerusalemme.
Per contro, si deteriorarono quelli con l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina che temeva di subire una eliminazione della propria sovranità sulla città. Nel 1995 le relazioni tornarono buone in quanto la Giordania riconobbe all’Organizzazione la sovranità sulla parte est di Gerusalemme. Con Israele fu pattuito anche un accordo commerciale mentre miglioravano le relazioni con l’Arabia Saudita e divenivano privilegiate quelle con gli Stati Uniti.
Nell’agosto 1996, nonostante l’accorta politica di Huseyn, si ebbe una forte protesta popolare a Karak, a 90 km. a sud della capitale Amman, contro l’aumento del prezzo del pane. E questa protesta era stata alimentata anche dall’opposizione islamica che non vedeva di buon occhio per nulla gli intensificati buoni rapporti con Israele, specialmente dopo che lì Netanyahu aveva elaborato un governo di destra.
Nel novembre 1997 le elezioni politiche furono vinte da candidati indipendenti, legati al re. Nel corso del 1998 anche la Siria si unì alle critiche contro i rapporti con Israele.
Il 7 febbraio 1999, alla morte di Huseyn, salì al trono il figlio
Abdallah II, designato quale successore dallo stesso padre.