Storia
Nel 1498, per la prima volta, un italiano osservò dal ponte di una nave le coste selvagge e coperte di foreste dì nuove terre, che scendevano con gruppi montuosi nell’oceano Atlantico. Fu così un italiano che scoprì le coste della Guyana nell’America meridionale, in una spedizione nominalmente comandata, però, dallo spagnolo Halonso de Hojeda.
Per molto tempo nessuno parlò di esplorare l’interno e la colonizzazione spagnola e quella portoghese proseguirono altrove.
Il nome Guyana si fa derivare probabilmente dal nome di un miserrimo villaggio indiano, detto “Guyane”, che i primi colonizzatori inglesi, olandesi e francesi, lì sbarcati agli inizi del 1600, incontrarono sulla costa.
La striscia costiera era malsana e paludosa, occupata dalle foci acquitrinose dei fiumi.
Proseguendo verso l’interno i colonizzatori dovettero salire sui versanti collinosi del grande massiccio della Guyana, sviluppato in tutto il territorio, senza però raggiungere mai grandi altezze.
La Guyana che occupa la parte del continente sudamericano più vicina, in linea d’aria, all’Europa o, più precisamente, alla penisola iberica, non fu mai conquistata dagli spagnoli nè dai portoghesi.
Dopo Vespucci la Guyana fu toccata da Vicente Yanez Pinzon, già pilota di una delle caravelle di Colombo, e da altri spagnoli ma, stranamente, nessuno si occupò di quella terra. Forse erano le sue paludi dalle quali si alzavano vapori mefitici, forse l’aspetto delle sue foreste, a scoraggiare gli esploratori; fatto sta che appunto quei primi inglesi, francesi, ma soprattutto olandesi, appartenenti alla potentissima Compagnìa delle Indie Occidentali, fecero il loro primo ingresso nella zona, e subito divisero il territorio in tre parti che furono definite: Guyana Britannica, Guyana Olandese o Suriname e Guyana Francese; su ognuna stabilirono le rispettive sovranità, con una serie di accordi pacifici.
In ogni zona furono fondati i primi stabilimenti con scopi esclusivamente commerciali e si diede inizio alla colonizzazione con abbondante uso di schiavi negri importati dall’Africa.
La prima colonia inglese fu fondata nel 1604 da C. Leigh, che però non riuscì a mantenerla stabilmente perchè fu occupata dagli olandesi. Anche i tentativi di riconquistarla fatti da R. Haecourt nel 1613 e nel 1627 andarono a vuoto. Ma la situazione si risolse definitivamente nel 1814 con la finale assegnazione della colonia all’Inghilterra.
Fu iniziata la bonifica del terreno; furono intensificate le colture, specialmente quella della canna da zucchero, alla quale seguirono le industrie dei derivati come il rum e la melassa.
Molti erano nel paese i problemi economici e sociali ed i noltre continue
erano divenute le proteste dei paesi latino-americani, tendenti ad ottenere
la cancellazione dei residui colonialistici esistenti nel continente. Nel
1953 l’Inghilterra fu quindi costretta a concedere la Costituzione: ma
quando le elezioni del 23 Aprile rivelarono la grande potenza del locale
Partito del Popolo, PPP, capeggiato dai coniugi comunisti Cheddy Janet
Jagan, dovette inviare una spedizione per sospendere la Costituzione.
Nel marzo del 1954 si tenne una Conferenza interamericana Caracas in
cui fu approvata la risoluzione tesa a richiedere ai paesi estranei di
concedere l’indipendenza alle colonie.
Lo stesso Jagan, dopo l’affermazione del suo partito nelle elezioni dell’agosto 1957, ottenne il Portafoglio del Commercio e dell’Industria e la moglie ebbe il Ministero della Sanità. Il tutto con il beneplacito della Gran Bretagna. Ma intanto dal PPP si era staccato un giovane avvocato di colore, con tendenze moderate, Linden Forbes Burnham.
Il 26 maggio 1966 la Guyana Britannica conseguiva l’indipendenza ed entrava a far parte del Commonwealth Britannico, come organismo autonomo. Il suo potere legislativo era affidato ad una Assemblea elettiva composta da 35 membri.
Il governo amministrato da Burnham nel 1968 dovette sedare un complotto teso al suo rovesciamento ed attribuito a Jagan.
Burnham aveva ottenuto ottimi risultati migliorando le vie di comunicazione, con conseguente aumento delle esportazioni. Con la entrata in vigore della nuova Costituzione il 23 febbraio del 1970 veniva proclamata la “Repubblica Cooperativistica della Guyana” e primo Presidente fu Arthur Chung, un giudice di origine cinese.
Nel 1972 a Georgetown si tenne una Conferenza dei paesi “non allineati” e nel 1973 le elezioni di luglio assegnarono la leadership a Burnham, accusato da Jagan di vincere grazie ai voti dei negri all’estero. Egli strinse relazioni con Cuba, Cina Popolare, URSS e Repubblica Democratica Tedesca.
Le mire del prentier Burnham erano chiaramente socialiste, ma difficili da perseguire stante l’accentramento che proprio lui operava in tutti i settori del potere. Per evitare la nascita di un capitalismo di stato, W. Rodney, capo del WPA (Working People Alliance), propose un governo di unità nazionale; ciò non si verificò ed il partito di Burnham entrò a far parte dell’Internazionale Socialista.
Nel 1983 ci fu una riforma costituzionale che limitò le rivendicazioni dei lavoratori. L’economia in crisi, anche per soprag giunte difficoltà nei mercati mondiali, costrinse il governo a riavvicinarsi agli Stati Uniti, con l’intento di ottenere aiuti e prestiti . Anche lo sviluppato clientelismo interno al governo conobbe misure repressive. Aumentarono la disoccupazione, i prezzi, il congelamento dei salari ed anche una certa corrente migratoria.
Notevoli furono le proteste e le opposizioni finchè nel 1984, mentre migliorava la situazione economica peggiorava quella politica, anche per la morte di Burnham, avvenuta nel 1985.
Furono indette elezioni: vinse D.Hoyte, che praticò subito una revisione del “Socialismo Cooperativo”, privatizzando industrie o riducendo in esse l’apporto statale, sperando prima di tutti negli investimenti esteri.
Il malcontento, piuttosto diffuso, portò nel 1989 a negoziare con l’opposizione la democratizzazione del regime; tutti gli sforzi si bloccarono per il mancato accordo sulla riforma elettorale. Le elezioni, ripetutamente rinviate, portarono nel 1991 alla proclamazione di uno stato d’emergenza. Furono però svolte nel 1992 e decretarono la sconfitta di Hoyte e del suo partito ed il ritorno al governo del Partito Progressista del Popolo, alleatosi per l’occasione con un movimento imprenditoriale e professionistico chiamato “Civic”, il cui leader C. Jagan divenne Presidente della Repubblica. Come premier fu nominato S. Hinds, capo del “Civic”.
Si provvide ad attuare una politica economica che si basasse poco sull’intervento statale e molto di più sul privato. Per questo si iniziò una serie di privatizzazioni delle imprese statali ed una ricerca di maggiore afflusso di capitali stranieri, per migliorare la situazione del paese e per fare in modo che i cittadini, a tutti i livelli, potessero accedere a positivi essenziali servizi sociali.
Le elezioni amministrative del 1994 furono vinte dal Partito Progressista del Popolo; il governo istituì un Ministero apposito per controllare e distruggere le discriminazioni razziali e nel 1995 firmò il Trattato di Tlatelolco per la non proliferazione nucleare in America Latina.
I rapporti con il Suriname ed il Venezuela invece peggiorarono sempre per questioni territoriali di confine.
Nel marzo 1997 morì a New York per un attacco cardiaco C. Jagan, così le elezioni legislative del dicembre stesso anno portarono a Capo dello Stato la moglie Janet Jagan. Il “People’s National Congress” dichiarò non valide queste elezioni ed organizzò delle proteste che furono duramente represse dai militari.
Dopo un primo accordo avuto nel gennaio 1998 fra i due principali partiti
del paese, ancora disordini si ebbero a giugno. Con l’ennesima mediazione
della “Caribbean Community and Common Market”, i colloqui di distensione
dei due partiti furono ripresi e nel gennaio 1999 si raggiunse un accordo
per le riforme istituzionali.