Storia
Le prime esplorazioni di questo territorio furono avviate dai Maya fin dal secondo secolo dell’era cristiana; ciò è attestato dalle grandiose rovine e dalla celebre stele di Copan. Alla fine del sesto secolo ed all’inizio del settimo i Maya abbandonarono la regione per trasferirsi nello Yucatan.
Al loro posto arrivarono gli Aztechi, per mezzo di pacifiche spedizioni commerciali.
Scoperto nel 1502 da Cristoforo Colombo, fu occupato interamente dalla Spagna nel 1523 (ma fino al 1823 fece parte del Capitanato Generale di Guatemala). Il re di Spagna nel 1530 dispose che tutti i territori conquistati dipendessero dall’Audiencia del Messico; ciò provocò dissidi e conflitti che si protrassero per lungo tempo.
Nel maggio 1544 fu fondata una Audiencia de los Confines
che doveva unificare i paesi dell’America Centrale, escluso lo Yucatan.
Nel 1821 il Messico decretò la sua indipendenza
ed altrettanto fece l’Honduras, liberandosi dal dominio spagnolo, avviandosi
all’indipendenza attraverso la Confederazione delle Repubbliche dell'America
Centrale, che durò dal 1823 al 1839.
L’11 dicembre 1825 si stabilì che la capitale dell’Honduras dovesse essere la città più grande e popolosa del momento, cioè Comayagua; questa però poco tempo dopo fu distrutta da un incendio ed allora la capitale divenne Tegucigalpa.
La presidenza della Confederazione dal 1830 al 1835 fu nelle mani di un hondureano di eccezionale intelligenza e carattere D. Francesco Morazan. Poi però si disciolse nel 1839 perchè i cinque stati che ne facevano parte vollero, ciascuno per proprio conto, erigersi a Stati indipendenti. L’Honduras si proclamò indipendente nel 1840 anche se, per diverso tempo, fece dei tentativi per ripristinare la Confederazione . Vani furono i numerosi interventi anche da parte dei presidenti degli altri stati dell‘America Centrale. Si conclusero, comunque, dei trattati di alleanza e di accordi commerciali e giuridici, come la delibera di Corinto (in Nicaragua) con l’accordo da parte della Costarica, del Nicaragua, dell’Honduras e del Salvador di rivolgersi a tribunali d’arbitrato del Messico e degli Stati Uniti per controversie che fossero sopraggiunte fra di loro.
L’Honduras ebbe poi lotte militari con il Guatemala nel 1906; con il Nicaragua ed il Salvador nel 1907. Nel 1921 si confederò col Guatemala e con Salvador, ma l’alleanza fallì. E, comunque, nel 1922 si tentò ancora, nella conferenza di Washington, presieduta dal Segretario di Stato Hugues, di ricostituire la Federazione dell’America Centrale, ma nessuna delle nazioni interessate ratificò i 14 articoli del trattato e la questione si chiuse.
Nel settembre 1924, sotto la dittatura di Gutierrez, fu emanata una Costituzione; vi furono in seguito guerre civili e altre dittature e nel novembre 1932, sotto la presidenza di Tiburcio Carias Andino, si verificò una rivolta capeggiata dal liberale Drangel Huete, spenta un mese dopo.
Nel 1936, il riconfermato presidente Carias, promulgò una nuova Costituzione, sempre ad indirizzo autoritario.
Nel 1937 si costituì il Monopolio di Stato per la vendita di
liquori, alcool, sale ed armi.
La situazione economica, fino ad allora precaria a causa della distruzione
delle piantagioni di banane, affette dal "Male di Panama”, andò
leggermente migliorando nel 1940 perchè si era estesa la coltivazione
sperimentale della pianta della gomma.
Nello stesso periodo, per favorire le “politica continentale”, gravò
con fortissimi dazi le merci giapponesi, finchè entrarono nel paese;
ruppe poi le relazioni diplomatiche con il Tripartito, dopo aver espulso
l’incaricato di affari tedesco. Subito dopo l’attacco di Pearl Harbor dichiarò
guerra al Giappone, alla Germania ed all‘Italia.
Dopo di ciò, a causa della diminuita esportazione di banane
agli Stati Uniti, per ovviare alla aumentata disoccupazione si intensificarono
i lavori per la costruzione della grande “strada panamericana” con ponti
in ferro, l’ultimo dei quali fu completato nel 1944. Si costruì
pure la strada da Tegucigalpa al Pacifico e la Compagnia della United Fruit
introdusse la coltivazione della canapa.
Nel luglio 1944, ancora presidente T. Carias Andino, scoppiò
una rivoluzione; egli proclamò lo stato d’assedio; fece bombardare
Ocotepeque; ma riuscì a mantenersi al potere perché contemporaneamente
concesse aumenti di salari.
Nel 1945, perdurando la rivolta, fece liberare i prigionieri politici
e nel 1946 ridimensionò le dimostrazioni del partito di Azione Democratica.
Carias compiva il 13° anno di presidenza.
Intanto furono riprese le relazioni diplomatiche sia con la Cina che
con l’URSS; si approvò il patto delle Nazioni Unite e si strinse
un patto commerciale col Canada, con la particolare clausola che faceva
del Canada il partner favorito.
Si introdussero nuove colture: quella dell’abacà (speciali banani le cui fibre servivano per la tessitura della canapa di Manilla), del barbasco (pianta medicinale), del riso e della soia. Tutto ciò perchè le derrate alimentari erano piuttosto scarse.
Finita la 2^ Guerra Mondiale si riprese l’esportazione delle banane,
ma nell‘ottobre 1945 un fortissimo uragano portò distruzione e morte
e si contarono danni per circa 15 milioni di dollari.
Dopo la lunga dittatura di Carias Andino, nel 1948 arrivò al
governo Juan Manuel Galvez che avviò immediatamente le indispensabili
riforme sociali per far uscire il paese dall‘analfabetismo e dalle generali
condizioni primitive di lavoro in cui la popolazione si trovava.
Nonostante la sua saggia conduzione, nell‘aprile del 1954 i lavoratori
alle dipendenze della Union Fruit Company proclamarono uno sciopero generale,
alla conclusione del quale ottennero di poter fondare i sindacati. Un mese
dopo l’Honduras firmò un trattato di assistenza militare con gli
Stati Uniti; un mese dopo ancora dall’Honduras partì un grande ed
attrezzato esercito, comandato da Castillo Armas, che rovesciò il
governo del Guatemala.
Nell’ottobre del 1954 fu eletto il liberale Ramon Villeda Morales, il
quale, però non avendo la maggioranza necessaria, non potè
entrare in carica ed allora si autonominò vicepresidente Julio Lozano
Diaz. Egli sciolse il Parlamento, non tollerò le opposizioni ed
indisse una Assemblea che, secondo lui, avrebbe dovuto legittimare la sua
nomina. Invece una giunta militare si impose e lo obbligò a ritirarsi.
Nelle elezioni del 22 settembre 1957 il Partito Liberale prevalse e fu
eletto, questa volta, regolarmente, Ramon Villeda Morales che, oltre tutto,
era ben visto non solo dai giovani ufficiali ma anche negli ambienti politici
statunitensi.
Il periodo di presidenza fu stabilito di 6 anni ed il 21 dicembre 1957
fu promulgata una nuova Costituzione. Villeda Morales lavorò molto
per migliorare quel paese che era il più arretrato di tutta l’America
Latina. Creò diverse leggi e strutture sociali per i lavoratori,
avviò la riforma agraria, progettò un vasto piano per la
costruzione di strade e combattè l’analfabetismo.
Per ciò che ebbe attinenza con la politica estera,si mantenne neutrale verso Castro e lasciò che poche minoranze di sinistra all’interno del paese svolgessero le loro pacifiche attività.
Questo non piacque ai conservatori e tanto meno ai militari che nel
1963, dieci giorni prima che si completasse il suo mandato, lo destituirono
sotto l’accusa di filocomunismo e lo esiliarono in Costarica.
Con questo colpo di stato prese il potere il colonnello Oswaldo Lopez
Arellano e gli Stati Uniti, ritenendolo un attentato alla democrazia, interruppero
i loro rapporti col paese; rapporti che vennero ristabiliti però
nel gennaio 1964, dietro promessa del governo hondureano di un ritorno
alla legalità. Poi il colonnello Lopez Arellano fu eletto regolarmente
nel febbraio 1965 (e fino al 1971). Egli impose di nuovo la dittatura;
disattese le riforme progettate in precedenza così si verificarono
disordini e tentativi
di ribellione.
E non bastando le dispute interne, l’Honduras si ritrovò in
conflitto anche con i paesi confinanti: Nicaragua, Guatemala e Salvador.
E con quest’ultimo stato, dal 14 al 30 luglio 1969, combattè una
guerra feroce e sanguinosa che costò migliaia di morti. Questa passò
alla storia come la “Guerra del Football”, ma non fu certo una partita
di calcio giocata dalle squadre dei due paesi la causa di tutto. I motivi
ben più gravi sussistevano da vari anni fra loro. Il principale
era rappresentato da circa 300.000 immigrati salvadoregni nell'Honduras;
qui loro lavoravano togliendo il pane alla mano d’opera nazionale. Fortunatamente
tutto si risolse grazie ad un rapido intervento dell'OAS che impose alle
truppe salvadoregne, entrate nell’Honduras, di ritirarsi entro il proprio
confine e rimanerci.
Le elezioni del 28 marzo 1971 designarono presidente Ramon Ernesto
Cruz; egli, però, fu presto deposto da un colpo di stato che riportò
al potere Lopez Arellano nel dicembre 1972. A sua volta accusato di corruzione
e defenestrato nell’aprile 1975 si vide sostituito dal colonnello Juan
Alberto Megan Castro ed un successivo golpe nell’agosto 1978 portò
al potere il generale
Policarpo Juan Paz Garcia.
Questo susseguirsi di governi militari non aveva dato alcun impulso
al miglioramento della situazione economica del paese, che anzi si manteneva
solo con l’esportazione delle banane, del caffè e con gli aiuti
in arrivo dagli Stati Uniti . Il paese era ad un livello veramente basso
ed allora nel 1980 il generale Paz Garcia consentì l’elezione di
una Assemblea Costituente e nel 1981 quella di un Parlamento . Poi diede
il via all’insediamento al governo dei civili, in sostituzione dei militari,
che, quindi, si ritirarono, e con le elezioni del 1982 il nuovo presidente
fu R.Suazo Cordova; con le elezioni del 1985 prese il potere il liberale
Juan Azcona del Hoyo; quelle del novembre 1989 elessero R.Leonardo Callejas.
Nel tentativo di onorare il debito estero, Callejas stabilì
subito fin dal 1990 delle misure di austerità, con tagli alla spesa
pubblica e dando il via alle privatizzazioni. E tutto ciò procurò
delle proteste sociali che provocarono interventi repressivi dell’esercito,
specialmente ai danni dei contadini, che erano senza dubbio i più
penalizzati per la ricorrente mancata riforma agraria.
L’Honduras è un paese atlantico, ha un solo golfo sul Pacifico.
Ha territorio piuttosto montuoso, specialmente nella parte occidentale
ed è un paese prettamente agricolo; ma non ancora molto organizzato.
Per questo la riforma agraria rappresenta un passo avanti importante per
la civilizzazione del paese. Il nome della capitale, Tegucigalpa, vuol
dire in lingua indigena “Collina d'Argento” per le miniere d'argento che
si trovano nei dintorni.
Intanto nel 1993, contemporaneamente ai diminuiti aiuti militari statunitensi,
nell’Honduras si andò registrando un’aumentata mobilitazione dei
civili scontenti contro le forze armate.
Ci furono movimenti per la difesa dei diritti umani, manifestazioni studentesche e sindacali che, unitamente all’appoggio della Chiesa cattolica, chiesero al presidente un ridimensionamento del potere militare in seno alla politica di governo. Fu per questo che Callejas istituì una carica particolare per un Commissario che avrebbe difeso i diritti della popolazione ed una Commissione che elaborasse delle riforme.
Nel novembre dello stesso anno si svolsero le elezioni legislative e presidenziali che portarono alla vittoria il Partito Liberale. Presidente della Repubblica fu eletto C. R. Reina. Questa nuova legislazione, presa la carica nel gennaio 1994, svolse una politica economica press’a poco come quella del governo precedente ma si impegnò molto di più nel campo sociale combattendo la corruzione ma, soprattutto, il traffico della droga di cui l’Honduras era divenuto, nel frattempo, uno dei principali punti di smistamento fra la Colombia e gli Stati Uniti.
Un altro primario impegno del governo Reina fu quello di limitare il potere dei militari, di riformare i servizi segreti in cui inserì i civili, fu smilitarizzata la polizia, furono notevolmente tagliate le spese del Ministero della Difesa e fu abolita la coscrizione obbligatoria.
I vertici delle forze armate non accettarono passivamente queste restrizioni e nel periodo 1995-1996 nel paese si registrarono molti attentati dinamitardi che misero in serio pericolo la stabilità del governo.
Reina poi portò a conclusione la disputa di confine con El Salvador e con il suo presidente, nel gennaio 1998, firmò un accordo per la definitiva delimitazione dei confini dei due paesi.
Nonostante le non proprio buone condizioni economiche, la popolazione, con le consultazioni del novembre 1997 avevano già confermato al governo il Partito Liberale, ma la carica di presidente fu assunta da C. R. Flores Focussè.
Il nuovo governo si insediò nel gennaio 1998 e durante tutto questo anno dovette fronteggiare situazioni difficilissime dovute però a calamità naturali. Infatti a maggio si verificarono furiosi incendi mentre in ottobre gran parte del paese fu devastato da un uragano, chiamato Mitch, che oltre a paralizzare l’economia e a distruggere numerose strutture, causò pure molte migliaia di vittime.
Nel gennaio 1999 Flores, oltre alla carica di capo dello stato, assunse
pure quella di Capo delle Forze Armate.