Storia
L’Irlanda, isola vicinissima all’Inghilterra e non lontana dalla Francia, fu, a partire dal 900 avanti Cristo, meta preferita di tanti avventurieri celtici che, colà giunti, assoggettarono gli indigeni e si organizzarono in tribù. Ogni tribù ebbe il suo capo e tutti i capi lottarono sempre fra loro per la supremazia.
Nel bel mezzo di questo sanguinoso periodo sbarcò in Irlanda l’uomo che trasformò la vita dell’isola e ne preparò il futuro destino: San Patrizio. Figlio di un cittadino romano, ma nato a Bonavenna in Inghilterra, verso l’anno 389 dopo Cristo, fu ordinato sacerdote in Francia ed inviato in Irlanda nel 432. La sua opera fu immensa: convertì le popolazioni, ordinò preti, costruì chiese, fondò monasteri. Egli piacque molto agli irlandesi poiché possedeva le loro stesse doti di rudezza e decisione. Quando morì, nel 461, aveva dato all’Irlanda l’impronta incancellabile del Cristianesimo.
Nemmeno con i principi religiosi del Cristianesimo si potè evitare il periodo di lotte e di anarchia che seguì. Verso i primi anni del IX secolo, navigatori ed avventurieri scandinavi, provenienti dalla Norvegia e dalla Danimarca, sbarcarono sull’isola, si stabilirono lungo le coste, poi si spinsero all’interno e fondarono anche alcune città, fra le quali Dublino, che vuol dire Dubb Linn cioè stagno nero.
I re irlandesi, oltre che a combattersi fra di loro, dovettero ingaggiare lunghe e sanguinose lotte contro gli scandinavi, che alla fine dovettero abbandonare l’isola. Era l’anno 1014.
Ma gli istinti bellicosi degli irlandesi non si erano ancora spenti. Si formarono due fazioni che spinsero il re di Inghilterra e di Francia, Enrico II, a sbarcare nel 1170 in Irlanda con un esercito di 4000 uomini. Egli occupò tutto il paese e poi divise le terre fra i suoi baroni. Ebbe così inizio la lunghissima occupazione inglese. Che fu sempre contestata anche perché gli inglesi si erano convertiti al protestantesimo mentre gli irlandesi erano irriducibilmente cattolici. Specialmente nel 1500 e nel 1600 si verificarono durissime lotte e proprio nei primi anni del 1600 l’Inghilterra cominciò ad espropriare le terre alle tribù irlandesi, che proprio delle loro terre facevano l’unica ragione di vita. E queste terre furono affidate ai coloni inglesi ed anche a coloro che si dimostravano fedeli agli inglesi. Questo sistema fu detto delle “piantagioni”.
Nel 1700 poi furono emanate durissime leggi contro i cattolici ma nemmeno queste riuscirono mai a piegare la fierezza del popolo irlandese.
Si arrivò al 1800, periodo “classico” dell’indipendenza di vari stati del mondo, come conseguenza dei principi della Rivoluzione Francese. Anche in Irlanda si lavorava per la libertà. Furono fondate delle società segrete, finanziate dai moltissimi irlandesi che erano stati costretti ad emigrare, specialmente negli Stati Uniti.
Sempre nel 1800 fu abolito il Parlamento irlandese, tanto che i parlamentari irlandesi, militanti nel Parlamento inglese, furono costretti a lottare per le loro aspirazioni proprio sul terreno dell’oppressore. E la loro lotta fu talmente appassionata che ad un certo punto gli stessi parlamentari inglesi furono costretti ad ammettere la legittimità delle richieste di libertà avanzate da quel fiero popolo.
E per molti anni continuò questa lotta in Parlamento mentre “in loco” le società segrete portavano avanti atti terroristici, assalendo caserme, compiendo attentati, ed insomma preparandosi a sostenere una guerra spietata fino in fondo.
Ed il 24 aprile 1916, vigilia di Pasqua, a Dublino scoppiò la rivolta. Per 5 giorni si combattè nelle strade, nelle piazze; dovette intervenire l’artiglieria inglese, mentre dal mare la cannoniera “Helga” bombardava gli edifici occupati dagli insorti. Interi quartieri furono devastati, si contarono centinaia di morti ed alla fine gli inglesi riuscirono a sedare la ribellione e 9 capi irlandesi furono fucilati. Il principale responsabile, sir Roger Casement, fu impiccato il 3 agosto.
Seguirono ancora 4 anni di lotte violente, attentati, ed alla fine il governo inglese dovette cedere. Nel 1920 il Parlamento britannico concesse quella che fu chiamata la “Home rule” (l’autonomia), dividendo il paese in due parti: l’Irlanda del Nord, Ulster, a maggioranza protestante, e l’Irlanda del Sud, Eire, a maggioranza cattolica.
E mentre l’Irlanda del Nord, abitata soprattutto da immigrati inglesi, accettò subito questa decisione, quella del Sud non riconobbe la legge. Tuttavia, il 6 dicembre 1921 si raggiunse un accordo e l’Irlanda del sud, col nome di “Irish Free State” assumeva la condizione di “Dominion”.
Da allora i legami con la Corona britannica andarono via via allentandosi finchè nel 1948 fu proclamata la Repubblica Irlandese, il cui capo nel 1959 fu E. de Valera.
Negli anni 60 la situazione economica si presentò buona soprattutto per l’abilità del capo del governo Lemass, il quale svolse la sua attività sempre al fine di potersi inserire in un ampio circuito internazionale. Numerosi e sostanziali furono gli investimenti esteri, in particolare quelli americani, inglesi e tedeschi.
Nel 1963 l’Irlanda rivolse esplicita richiesta di ammissione alla Comunità Europea, mentre si intensificarono i rapporti con gli altri stati, compresa l’Irlanda del Nord. Ma nel 1965 crebbe il disavanzo commerciale a causa delle più ridotte esportazioni ed in Irlanda, specie nel settore industriale, cominciarono gli scioperi. Fra il 1966 ed il 1968, dopo il cambio del premier, che ora era Linch, si registrò un aumento degli scambi e degli accordi commerciali, ma i desiderati miglioramenti non si ebbero.
Furono proposte una riforma sulla legge elettorale ed una in campo universitario. In un clima di scioperi e restrizioni si tennero le elezioni del 1969 che videro prevalere il partito al governo. Ma l’Irlanda del Sud rimase coinvolta nella profonda crisi che assalì quella del Nord, dove ormai c’era la guerra civile, per il riacutizzarsi dell’incomprensione fra cattolici e protestanti.
Nel 1972 con referendum popolare fu decisa l’entrata nella Comunità Europea. Nel 1976, a seguito di una grave crisi, giunta per contrasti fra i due partiti principali, il laburista, il “Fine Gael” ed il “Fianna Fail” il presidente della repubblica in carica, O’Dalaigh, fu costretto a dimettersi. Ed il 1976 continuò a registrare difficoltà in campo economico e nei confronti con la Comunità Europea e nei rapporti con l’Ulster, a seguito dell’assassinio dell’ambasciatore britannico a Dublino, E. Biggs, avvenuto a Londra a fine luglio. Si elesse il nuovo presidente nella persona di P. Hillery e si stipulò con Mosca un accordo di cooperazione economica, scientifica e tecnica.
Il 26 maggio 1977 Hillery sciolse il Parlamento Irlandese (Dail) ed il 16 giugno si effettuarono le elezioni politiche, vinte dal Fianna Fail, il cui leader J. Lynch il 5 luglio formava il nuovo governo.
Tra il 1977 ed il 1979 la situazione economica peggiorò a causa della recessione internazionale. Poi i vari dissidi in seno al partito stesso, costrinsero Lynch a dimettersi ed al suo posto fu designato C. Haughey, altro esponente del partito, di cui fu decretata la sconfitta alle elezioni politiche del 1981. G. Fitzgerald, con l’appoggio dei laburisti, divenne premier; per soli sei mesi, poiché a causa di congiunture fortemente negative, prima fra tutte il forte aumento della disoccupazione, il nuovo governo cadde. Dopo altre elezioni ed un altro governo, si giunse al dicembre 1982 con Fitzgerald di nuovo a capo del governo, ma di coalizione. Egli migliorò i rapporti con la Gran Bretagna, con la quale elaborò un piano di unificazione delle due Irlande.
Nel maggio 1984 si propose un altro piano, migliorato, che offriva due alternative: o costituire uno stato federale o un governo congiunto anglo-irlandese nell’Ulster, e su questa seconda forma, fra tensione, proteste ed attentati, si pervenne al novembre 1985. Nello stesso anno si iniziò la laicizzazione dello stato che si propose la netta separazione delle sfere di competenza tra Chiesa e Stato.
Nel gennaio 1987 ci furono tagli alla spesa pubblica; dissensi avvennero fra i due partiti della coalizione ed i laburisti si ritirarono dal governo. Le dimissioni di Fitzgerald furono conseguenti come pure le elezioni anticipate del successivo febbraio. La netta flessione del partito di Fitzgerald provocò il cambio della guardia con A. Dukes.
Fu varato un nuovo governo di minoranza capeggiato da Haughey. E nel 1988, con altre misure di austerità, la situazione registrò qualche progresso nell’aumento della produzione e nella diminuzione del deficit di bilancio.
Nelle elezioni presidenziali del novembre 1990 fu eletta presidente della repubblica Mary Robinson, candidata del Labour e del Worker’s Party, e prima donna ad assumere tale carica. In quanto antitradizionalista, quindi, si dichiarò favorevole all’aborto, al divorzio ed alla liberalizzazione della vendita degli anticoncezionali; ma fu anche molto attenta ai diritti umani ed alle libertà civili.
Il 18 giugno 1992 un referendum popolare si dimostrò favorevole
al Trattato di Maastricht sull’unità europea. Nel febbraio 1992
si era avvicendato sia alla guida del partito sia alla carica di premier
A. Reynolds, che varò ancora un governo di coalizione. Ben
presto però egli fu coinvolto in uno scandalo finanziario
di qualche anno prima e dovette abbandonare la compagine
governativa. Altre elezioni anticipate si ebbero nel novembre; furono vinte
dal Labour Party e dai Progressive Democrats. Nel gennaio 1993 si formò
il governo, ad opera di Reynolds; vice primo ministro fu il leader laburista
D. Spring.
Fra le sue prime importanti iniziative ci fu quella della svalutazione
della moneta per rafforzare le esportazioni. Si consentì la vendita
dei profilattici e si depenalizzò l’omosessualità fra adulti.
Nel novembre 1994 i laburisti si ritirarono dal governo a seguito della nomina alla Corte Suprema di un giudice noto per essere conservatore. Nel dicembre le elezioni portarono al governo di coalizione il premier J. Bruton.
Durante il precedente governo, presieduto da Reynolds, si era verificata una certa distensione nei rapporti tra Ulster e Gran Bretagna. Quest’ultima aveva ventilato la possibilità di rinunciare alla sua sovranità sull’Irlanda del Nord. Tanto è vero che l’IRA (Irish Republican Army) aveva decretato, il 31 agosto 1994, il cessate il fuoco; poi interrotto nel 1996 e poi ancora ripristinato nel 1997.
Nel giugno 1997 altre elezioni ed altra coalizione, ma di centro-destra. Premier fu Ahern. Pochi mesi dopo si ebbe il cambio della guardia alla presidenza della repubblica. Fu eletta Mary Mc Aleese in sostituzione di Mary Robinson che aveva lasciato in anticipo la carica per assumere quella importantissima di Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.
Importanti furono le trattative per la questione dell’Ulster,
che si svolsero con la mediazione di inviati di altre nazioni, come dagli
Stati Uniti G. Mitchell. La Gran Bretagna chiedeva la smilitarizzazione
completa dell’IRA e questa richiesta fu sostenuta da Ahern nel 1999. Sul
tappeto ci fu anche la trattativa dell’unificazione delle due Irlande e
a tale scopo fu istituito un Consiglio Anglo-Irlandese per
garantire la collaborazione fra i due paesi.