Storia
Città ed emirato arabo sulla costa nord-occidentale del Golfo Persico, fra l’Iraq ed il Negd.
Gli abitanti, poche migliaia, vivono quasi esclusivamente nella città, pochissimi sono i beduini dell’interno che praticano la pastorizia. La maggior parte degli abitanti, salvo quelli impegnati nei vasti giacimenti di petrolio, si dedicano alla pesca delle perle che esportano abbondantemente.
Le prime notizie storiche di questo paese risalgono al XVIII secolo. La città conobbe notevole sviluppo alla fine di questo secolo. Bassora, la città commerciale dell’Iraq sullo Sciat-el-Arab, fu occupata dai persiani; automaticamente venne interrotta la via di transito per i commerci e se ne dovette aprire un’altra, che fu appunto quella di Al-Kuwait.
Durante il XIX secolo attorno alla città si formò un emirato che ben presto dovette sottostare alla sovranità ottomana.
All’inizio del XX secolo intervenne l’Inghilterra non solo per garantire l’autonomia del piccolo stato di fronte alla preponderante forza turca, ma anche per neutralizzare le mire, nemmeno tanto nascoste, della Germania che stava già progettando di portare fino lì la ferrovia che, secondo il progetto iniziale, doveva arrivare fino a Bagdad.
Cosicchè Al-Kuwait fu dichiarata Protettorato inglese. Nel 1927, a riconoscimento degli interessi britannici nel paese, anche il Negd firmò con la Gran Bretagna un accordo con l’impegno di rispettare l’integrità territoriale del Kuwait.
Sotto il protettorato britannico salì al trono, il 29 gennaio
1950, Abdullah as-Salim as-Sabah il quale, unitamente ad un Consiglio
Supremo eletto, provvide a trasformare economicamente il paese, mentre
esercitava il potere come monarca assoluto. Egli intensificò anche
i rapporti internazionali specialmente con tutti gli altri stati arabi,
e nel luglio 1961 entrò ufficialmente nella Lega Araba dopo che
a giugno, scaduto il mandato britannico, fu proclamata l’indipendenza.
Immediatamente sorse l’Iraq con le sue pretese territoriali.
A difendere i confini di Al-Kuwait la Gran Bretagna inviò le sue truppe che poco dopo furono sostituite da quelle della Lega Araba (che vi rimasero fino al febbraio del 1963).
Però l’Iraq ad ottobre riconobbe il nuovo stato che già a maggio era entrato come membro alle Nazioni Unite.
Nel dicembre 1961 si svolsero le prime elezioni per l’Assemblea Costituente. La Costituzione fu promulgata l’11 novembre 1962. Essa previde una Assemblea Nazionale di 50 membri che, appunto, fu eletta nel gennaio 1963.
Il potere, comunque, rimase nelle mani del re e questo provocò nel 1965 una crisi da cui sortì un governo presieduto dal principe ereditario Sabah Al Salim Al Sabah che, alla morte dello “sheikh” Abdallah, avvenuta il 24 novembre 1965, divenne emiro. Il suo successore Giabir Al Ahmed Al Sabah, nel maggio 1966, fu a sua volta proclamato principe ereditario.
Alcuni problemi gravarono sul governo del paese. Il primo era rappresentato da immigrati palestinesi, molto preparati culturalmente e tecnicamente, che rappresentando il 53% della popolazione, quindi la maggioranza, chiedevano gli stessi diritti degli indigeni, cioè il diritto al voto, l’assistenza sanitaria e scolastica gratuite e la possibilità di accedere alle alte cariche dello stato. Il secondo importante problema era costituito dalle frontiere a causa dei reiterati attacchi iracheni. Per questo motivo, alla scadenza del mandato britannico, avvenuta il 13 maggio 1971, il Kuwait provvide a rafforzarsi acquistando armi.
Quando gli altri paesi arabi rimproverarono al Kuwait di non aver provveduto ad aumentare gli aiuti finanziari per la causa palestinese, questo decise di impegnarsi più a fondo e nel 1973 applicò un embargo petrolifero.
Nel dicembre 1974 il governo kuwaitiano decise anche di controllare direttamente le compagnìe petrolifere straniere esistenti nel Kuwait.
Il conflitto Iraq-Iran fece arrivare le ripercussioni nel Kuwait dove si ebbe, come conseguenza, una instabilità politica dovuta alla presenza nel paese di molti sostenitori sciiti iraniani e di molti stranieri che chiedevano il diritto al voto, nonché l’esistenza di un movimento progressista.
L’Assemblea Nazionale eletta nel 1975 fu sciolta nel 1976 dall’emiro che il 31 dicembre 1977 morì e fu sostituito dal principe ereditario Gabir al-Ahmad al-Gabir, che nel 1981 ripristinò l’Assemblea con le elezioni di febbraio, il cui esito poi fu confermato in quelle del 1985.
Fra il 1985 ed il 1986 si verificarono atti terroristici e delittuosi che provocarono una spaccatura tra il Parlamento e l’emiro. Gli stranieri, in particolar modo iraniani, sospettati di questi atti di destabilizzazione, furono espulsi e l’emiro sospese l’Assemblea e fece applicare una severa censura alla stampa.
Il Kuwait, schierato dalla parte dell’Iraq nel conflitto che questo ebbe con l’Iran, all’approssimarsi della fine del medesimo, limitò le sue preoccupazioni per la sicurezza dei suoi confini, nonostante i rinnovati attacchi iracheni, avvenuti nel periodo 1987/88. Poi stipulò un accordo sia con l’Egitto che con l’Unione Sovietica per le forniture belliche che gli Stati Uniti avevano rifiutato di fornire.
Ma intanto la situazione economica interna era divenuta precaria e per ovviare ad altri inconvenienti il Kuwait stabilì di aumentare l’attività imprenditoriale all’estero e di sganciare la propria produzione di petrolio da quella degli altri stati.
Da questi avvenimenti nacque la spinta irachena all’invasione, avvenuta
il 2 agosto 1990. L’Iraq, battuto dagli alleati il 26 febbraio 1991, costretto
a ritirare il suo esercito, provvide a far incendiare un gran numero di
pozzi petroliferi nel Kuwait.
Domati questi incendi il Kuwait potè rafforzare la produzione
del greggio ed inoltre ottenne anche una modifica favorevole del
confine con l’Iraq che venne a perdere parte del suo accesso al mare e
dell’area estrattiva di Rumayla.
Il risultato delle elezioni dell’ottobre 1992 fu una sorpresa in quanto
fu assegnata la vittoria alle opposizioni.
I 50 seggi conquistati furono ripartiti fra diverse liste: sunnita,
sciita, laica della Tribuna Democratica e liberale del Rinnovamento Nazionale.
Queste forze ebbero il compito precipuo di riorganizzare le finanze dello stato, malridotte dopo la guerra e non solo.
Nel marzo 1993 le Nazioni Unite completarono il loro lavoro di ridefinizione dei confini con l’Iraq, compreso quello di mare lungo la via d’acqua Hur Abdallah.
Intanto, nei primi anni novanta, il Kuwait aveva intensificato i rapporti economici e militari con gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia. Ma sempre tesi rimasero quelli con l’Iraq, anche se questo aveva riconosciuto nel 1994 l’indipendenza del Kuwait ed accettato la designazione definitiva dei loro confini.
L’Assemblea Nazionale, rinnovata nell’ottobre 1996, mise in evidenza una maggiore fedeltà dei gruppi alla monarchia e concesse il diritto di voto ai figli dei kuwaitiani naturalizzati.
Le opposizioni, liberale, islamica sunnita e sciita, nelle elezioni
del luglio 1999 riottennero la maggioranza e per prima cosa riaprirono
la discussione, più volte iniziata e mai portata a termine, della
concessione del voto alle donne, che tanto si erano prodigate in occasione
del conflitto con l’Iraq.