Storia
A sud della Penisola di Malacca, a poco più di un chilometro di distanza, si trova l’isola di Singapore. La capitale, Singapore, sorse nel XIX secolo sulle rovine dell’antica Singapura, che vuol dire “città leonina”, da singa = leone e pura = città.
Situata sulla via di comunicazione più diretta tra l’Oceano Pacifico e quello Indiano, è una delle basi commerciali e strategiche più importanti del mondo.
Non è proprio certo, ma sembra che già nel Medio Evo fosse un grande centro commerciale, però nemmeno Marco Polo, che pure visse un anno a Sumatra durante il suo viaggio verso la Cina, ce ne fece menzione.
Nel 1819 era ancora pochissimo popolata; vi risiedevano pochi pescatori. Ma il primo a capire l’enorme importanza della posizione geografica dell’isola fu l’inglese sir Thomas Raffles, governatore di Giava. Per conto dell’Inghilterra egli, nel 1819, acquistò l’isola dal Sultano dello Stato Malese di Johore, per soli 60.000 dollari. E la Gran Bretagna vi fece subito costruire le basi aeree e navali più importanti del mondo.
Nel 1826 i tre stati di Penang, Malacca e Singapore furono riuniti insieme, come una presidenza indiana, e nel 1867 passarono sotto il dominio inglese, divenendo una colonia della Corona.
Dopo la conferenza per la riduzione degli armamenti, tenutasi a Washington nel 1921/22, il governo di Londra fortificò potentemente il porto di Singapore, facendone una Gibilterra dell’Oceano Pacifico.
Occupata dai giapponesi nel 1942, durante la seconda guerra mondiale, il suo nome fu cambiato e si chiamò Syonanko.
Il 12 settembre 1945 l’isola fu rioccupata dalla Gran Bretagna e nel 1946 costituì una colonia a se stante, fino al 3 giugno 1959 quando divenne uno Stato autonomo nell’orbita del Commonwealth Britannico, con una propria Costituzione.
Questa prevedeva una Assemblea Legislativa interamente elettiva ed un Consiglio dei Ministri, anche loro eletti. Lo stesso capo di stato, Yang di-Pertuan Negara, fu anche il rappresentante generale della Corona inglese.
Questa risultava responsabile della difesa e degli affari esteri, ma tutto il resto era demandato al governo di Singapore.
Un Consiglio di Sicurezza, composto da tre rappresentanti britannici, tre di Singapore ed uno malese, provvedeva alla sicurezza interna.
Nel maggio del 1959 le elezioni avevano assegnato la maggioranza al Partito d’Azione Popolare, di sinistra ma non comunista,ed il premier fu Lee Kuan Yew.
Per la sua situazione economico-sociale progredita, il moderato nazionalismo, la massima tolleranza religiosa,Singapore risultò sempre fra i paesi più progrediti del continente. Fu accettata ufficialmente, senza contrasti, la lingua inglese e nei rapporti con le altre nazioni buoni furono sempre con la Malesia, che ha sempre fatto lavorare il suo stagno nell’isola, in uno degli stabilimenti industriali più importanti dell’Asia del sud.
Molto importanti e sviluppate tutte le altre attività, da quella della raffineria petrolifera di Pulau Bocum, a quella tessile, della birra e della conservazione del pesce.
Politicamente tranquillo, lo Stato di Singapore fino al 1990 fu retto da Lee Kuan Yew, il quale in quell’anno si dimise e passò le redini del governo al suo vice Goh Chok Tong. Però rimase al vertice del Partito d’Azione Popolare fino al 1992.
Ma intanto nel 1985 c’era stato un cambio del Presidente della Repubblica che era divenuto Wee Kim Wee, già presidente della Singapore Broadcasting Corporation. Egli fu poi confermato nel 1989.
Nell’agosto 1986, pure nella stabilità e nel rigido controllo di tutti i settori, il Parliament Act fu modificato poiché si introdusse la possibilità di multare, espellere ed imprigionare i membri di governo che avessero abusato dei loro privilegi. Fu anche varata una legge che proibiva la stampa di pubblicazioni estere che potessero influire sulla politica interna. Per tutte queste restrizioni, il segretario generale del Partito dei Lavoratori, maggiore organo di opposizione,J. B. Jejaretnam, nel novembre 1986 fu imprigionato per un mese ed ebbe l’interdizione alle cariche pubbliche, di qualsiasi natura, per 5 anni.
Nel gennaio 1991 la Costituzione ebbe degli emendamenti in base ai quali il Presidente della Repubblica ebbe maggiori poteri, tra cui il diritto di veto sulle proposte di leggi finanziarie e la possibilità di arbitrare direttamente i casi in cui fosse in discussione la sicurezza nazionale.
Nell’agosto 1993 Ong Teng Cheong, vice primo ministro, fu eletto Presidente della Repubblica e fu il primo a poter gestire l’incarico per 6 anni.
In politica estera lo Stato di Singapore partecipò a tutte le mediazioni politiche, sia in Vietnam che in Cambogia, rafforzando i suoi rapporti con la Cina.
In campo economico vide crescere sempre di più l’industrializzazione
e si annoverò fra i più progrediti paesi nell’ambito del
Sud-Est Asiatico.
Nel corso di tutti gli anni 90 la situazione economica di Singapore
registrò livelli ottimali, tanto che il governo ridusse le tasse
ed aumentò notevolmente i contributi per lo sviluppo dell’istruzione
e per la socialità.
Anche in politica estera ci furono netti miglioramenti nei rapporti sia con l’Indonesia che con la Malaysia, con la quale si firmò un accordo per la definizione delle acque territoriali, nel 1995.
Invece, nello stesso anno, si interruppero quelli con le Filippine: causa di ciò fu la condanna a morte di una cittadina filippina, colpevole di duplice omicidio.
Le relazioni fra i due paesi ripresero nel 1996 ed anzi migliorarono nel 1998, anno in cui aumentarono pure gli scambi commerciali.
Il buon andamento dell’economia non subì alcuna flessione negli
anni successivi e, nell’agosto del 1999, senza accedere ad ulteriori elezioni,
avendo un unico candidato, fu eletto Presidente della Repubblica S. R.
Nathan.