Storia
Nel 1884 il viaggiatore tedesco Gustavo Nachtigal ebbe l’incarico dal suo governo di esplorare le coste dell’Africa Occidentale a scopo commerciale. Egli giunse nel territorio del Togo, inserito fra la colonia inglese della Costa d’Oro e quella francese del Dahomey e lì, d’accordo con i capi indigeni che ebbero la promessa di detenere inalterato il loro potere, si inserì e lo dichiarò protettorato tedesco. Il governo germanico poi nel 1889, in accordo con la Francia e la Gran Bretagna, ne stabilì i confini.
In un ventennio il Togo raggiunse una piena autonomia e non ebbe più bisogno dei sussidi della Germania.
Col sopraggiungere della prima guerra mondiale nel 1914, il Togo fu invaso dall’esercito alleato poiché poca resistenza opposero le truppe tedesche di stanza nel territorio. Queste dovettero ritirarsi presso Kamina. Ben presto però dovettero arrendersi ed alla fine della guerra, nel maggio del 1919, il Togo fu posto sotto il mandato di un Consiglio interalleato. Il 20 luglio 1922 la Società delle Nazioni affidò il mandato a Gran Bretagna e Francia. Il 10 luglio 1929 queste due potenze, di comune accordo, divisero il territorio in due parti e ciascuno dichiarò la propria sovranità sulla parte di sua spettanza, e la governò sotto amministrazione fiduciaria.
La parte amministrata dalla Gran Bretagna il 6 marzo 1957, con la formazione dello stato indipendente del Ghana, entrò a far parte definitivamente di quello stato. La parte francese, invece, a seguito di referendum dell’ottobre del 1956, vide il cessare dell’amministrazione fiduciaria e si trasformò nell’attuale Repubblica del Togo, sempre però nell’ambito della Comunità Francese. In seguito, il 27 aprile 1960, acquistò la piena indipendenza ed il succesivo 20 settembre entrò a far parte delle Nazioni Unite.
Nella repubblica si costituì il Parlamento, composto da 46 membri, eletti ogni 5 anni a suffragio universale. Il primo Presidente fu S. Olympio e la capitale Lomè.
Il Togo dovette subito difendersi dalle mire espansioniste del Ghana ed iniziò la sua opera di progresso economico e sociale. Nel gennaio 1963 si verificò un colpo di stato. Olympio fu assassinato e si proclamò un governo provvisorio di coalizione presieduto da N. Grunitzky. Nel maggio successivo fu approvata una nuova Costituzione.
Subito forti contrasti in seno alla coalizione resero difficile il governare e si ebbero diversi colpi di stato, il più importante fra i quali nel novembre 1966 portò ad una grave crisi costituzionale che finì nel 1967, dietro l’intervento del colonnello E. Eyadema, il quale, dopo 3 mesi di governo, attraverso un Comitato di Riconciliazione, pervenne alla diretta presidenza e formò un nuovo Ministero.
Eyadema promise il ritorno in tempi brevi al regime parlamentare, ma nel novembre 1971 il partito unico di maggioranza, il “Rassemblement du Peuple Togolais”, escluse tassativamente questa realizzazione. Invece un referendum indetto nel gennaio 1972 confermò al potere Eyadema con il 99% dei voti. Nel 1974 si passò da una forma di economia liberista ad una di controllo statale ed anche nel campo sociale si istituì una campagna di “autenticità nazionale” per cui tutti i nomi stranieri furono messi fuori uso e tutte le persone e cose ebbero nomi nazionali.
In campo internazionale Eyadema potè contare su un notevole prestigio e per sua opera fu fondata nel maggio 1975 la “Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale”, nella quale trovarono posto la Nigeria e lo Zaire.
Il Togo rimase sempre legato ai paesi occidentali dai quali fruiva grandi aiuti finanziari e tecnici, e nel settembre 1977 Eyadema si recò in visita in Francia ed in Germania.
Nell’autunno 1977 ci furono delle manifestazioni di protesta e degli scioperi che però ebbero vita breve in quanto Eyadema, con l’applicazione di un rigido sistema di sicurezza, era riuscito a prevenire l’organizzarsi della dissidenza politica interna. Nel dicembre 1979 egli fu confermato alla presidenza, proclamò la Terza Repubblica e varò una riforma della Costituzione. Negli anni 80 la situazione interna si stabilizzò definitivamente ed il governo potè dedicarsi esclusivamente all’economia ed al progresso del paese.
Eyadema fu anche molto attivo in campo internazionale, poiché si propose sempre quale intermediario nella composizione di contrasti fra stati africani francofoni ed anglofoni. Lomè divenne assiduamente sede di Congressi e nel marzo 1985 per la prima volta, per l’elezione dell’Assemblea Nazionale, la competizione per i seggi fu portata avanti da più candidati, anche se il partito unico era ancora il solo legalmente riconosciuto.
Poi, tra l’agosto ed il novembre 1985, si verificarono diversi attentati a Lomè. Fu sospettata una ingerenza del Ghana, che non aveva mai rinunciato alle sue mire di espansione nel Togo. Ci furono violente repressioni, con molti prigionieri politici, ma poi molti oppositori furono amnistiati.
Nel settembre 1977 un altro attentato, subito sventato, costrinse Eyadema a chiudere le frontiere col Ghana; la tensione in poco tempo si allentò e nel novembre dello stesso anno Lomè fu sede di nuovo di un summit franco-africano.
Intanto Eyadema, che era stato rinconfermato per altri 7 anni alla carica di Presidente, continuò nella sua politica di distensione. Amnistiò 296 prigionieri politici e ripristinò i rapporti sia col Ghana che col Burkina Faso. Nel 1991 tutti i partiti politici entrarono nella legalità ed una Conferenza Nazionale revocò la Costituzione in atto, sciolse il partito di governo, depose Eyadema ed al suo posto nominò provvisoriamente, come Primo Ministro, J. K. Koffigoh. Egli, dovendo fronteggiare la resistenza delle forze armate che volevano di nuovo impossessarsi del governo, chiese aiuto al presidente della repubblica francese.
Con un nuovo colpo di stato però Koffigoh fu catturato e poco tempo dopo si giunse ad un compromesso per cui, ricostituito il partito, si ricostituì pure un governo di unione nazionale, comprendente sia Koffigoh che membri vicini ad Eyadema.
Nella prima metà del 1992 furono annunciate le elezioni generali ma ciò non si potè fare per le violente opposizioni al governo portate avanti da una coalizione di sindacati con circa 25 organizzazioni politiche. Le divergenze furono composte, la nuova Costituzione decretò un regime multipartitico, ma le elezioni politiche generali furono nuovamente rinviate. Queste ebbero luogo nel febbraio 1994 ed assegnarono la vittoria a due principali partiti di opposizione.
Bisognò appianare diversi contrasti e poi si addivenne, nel maggio
del 1994, ad un governo di coalizione guidato da E. Kodjo e la Francia,
che l’anno precedente, insieme ad altri paesi occidentali, aveva sospeso
gli aiuti al Togo, per punire l’aperta violazione dei diritti umani,
riprese le relazioni e continuò a sostenere economicamente il paese,
finalmente riconciliato.
Con questa situazione a dicembre fu concessa l’amnistia ai detenuti
politici e si pagarono tutti gli stipendi arretrati ai dipendenti dei settori
pubblici. Ma i rapporti fra i vari partiti non furono dei migliori. Anzi,
un forte contrasto si ebbe quando, in occasione della preparazione delle
elezioni suppletive, per tre seggi, preventivate per l’agosto del 1996,
il governo rifiutò la presenza di osservatori internazionali. Per
questo motivo il Comitato d’Azione per il Rinnovamento, si ritirò
dalle consultazioni che, per l’assenza del principale movimento, furono
vinte dal partito rivale e cioè l’Unione del Popolo Togolese.
Dimessosi Kodjo, la presidenza del Consiglio fu affidata a K. Klutse, ex Ministro per la Pianificazione.
Il governo ne uscì rafforzato ma dovette sostenere ripetuti boicottaggi da parte dell’opposizione che continuava a reclamare, inutilmente, il controllo da parte della Corte Costituzionale, su tutti gli svolgimenti delle consultazioni elettorali, ritenuti illegali.
Anche le presidenziali del giugno 1998, vinte da Eyadema, suscitarono vive proteste, messe subito a tacere dal governo. Per ritorsione, le opposizioni cercarono di boicottare quelle legislative, del marzo 1999, laddove il partito di governo, privo di un contraltare, ottenne 58 seggi su 59.
In politica estera, furono riprese le relazioni diplomatiche col Ghana e si riaprì il confine fra i due paesi, rimasto chiuso per 11 mesi. Poi ambedue aderirono al patto di non aggressione fra gli Stati della Comunità Economica dei Paesi dell’Africa Occidentale.
Con la mediazione delle Nazioni Unite, rientrarono in patria esuli dal
Benin e dal Ghana. Da quest’ultimo tornarono 40.000 togolesi. Inoltre
il Togo si riavvicinò alla Francia la quale, nel maggio del 1995,
annullò quasi completamente il debito del paese.