Storia
Le cosiddette “Isole dell’Amicizia” formano un arcipelago di 150 isole coralline di origine vulcanica.
I primi a mettere piede in queste isole furono nel 1616 il navigatore olandese J. Lemaire e W. C. Schouten, che non ebbero per niente una accoglienza amichevole, dato il carattere restìo degli indigeni.
Andò meglio nel 1643 all’altro navigatore olandese Abel Tasman e poi nel 1767 all’inglese Samuel Wallis. James Cook ci arrivò nel 1773 e ci si trovò talmente bene che le chiamò, appunto, “Isole dell’Amicizia”. E per questo vi fece ritorno una seconda volta nel 1777.
Le isole al nord furono scoperte nel 1781 dallo spagnolo F. A. Mourelle. Nel XVIII secolo le isole erano organizzate alla maniera feudale, con un re assoluto, le Assemblee dei nobili ed il popolo, sotto al quale, senza diritto alcuno, si trovavano gli schiavi. Il clero aveva una propria gerarchia centralizzata.
Alla fine di quel secolo si ebbero delle lotte interne che devastarono il paese per circa mezzo secolo. Nel 1797 alcuni missionari metodisti, inviati dalla Società delle Missioni di Londra, furono massacrati dagli indigeni, sobillati da alcuni evasi dai penitenziari australiani.
Nel 1830 altri missionari protestanti arrivarono, ma questa volta furono presi sotto la protezione di Taufaahan, il capo tribù più potente, e poterono esplicare la loro opera di civilizzazione.
Nel 1845 finalmente le lotte intestine cessarono e Taufaahan fu innalzato
al rango di re, col nome di Giorgio Tobou I.
Nonostante le repressioni da lui operate contro i ribelli anticristiani,
pure nel 1841, all’arrivo dei missionari cattolici si ebbero nuovamente
manifestazioni ostili.
Intanto i wesleyani erano riusciti ad ottenere dal re una Costituzione, sul modello di quella britannica, nel corso degli anni poi emendata, ed ebbero un Parlamento, un Consiglio dei Ministri con relativo Primo Ministro, un Consiglio privato ed un sistema giudiziario.
Il Primo Ministro eletto fu Shirley Baker, già pastore wesleyano, un avventuriero che, non contento di aver abbandonato la sua missione religiosa, consigliò al re di interrompere i rapporti con la sede wesleyana di Sidney, in Australia. Dopo di ciò convinse il re ad istituire una propria chiesa di stato e quindi a perseguitare i missionari, suoi ex confratelli. Per questo, dopo un certo tempo, il governo inglese intervenne e fece sì che Baker fosse allontanato.
Poi il governo di Tonga strinse nel 1876 un patto di amicizia con la Germania; tre anni dopo ne fece un altro con la Gran Bretagna ed infine nel 1888 uno con gli Stati Uniti.
Intanto, però, nel 1886 era intervenuto un accordo fra Germania e Gran Bretagna per il reciproco riconoscimento dei propri interessi sulle isole. E nel 1899 la Germania rinunciava a questi suoi interessi, firmando con la Gran Bretagna un altro accordo con il quale assumeva il possesso delle Isole Samoa.
Nel 1900 R. H. Thomson, che aveva esautorato Baker, istituì un protettorato inglese su Tonga, in modo che tutti i governi locali fossero sottoposti ad un Alto Commissario Britannico. E dal 1905 in poi a Tonga rimase in corso una unica moneta, quella britannica.
Il governo, presieduto dal re, era coadiuvato da una Assemblea legislativa rinnovabile di anno in anno. L’opera di civilizzazione fu continua, tanto che si sviluppò molto l’attività scolastica che raggiunse un alto livello allorché fu istituito il Tonga College, nella capitale Nukualofa.
Il 26 agosto 1958 fu sottoscritto fra Tonga e Gran Bretagna un trattato per una maggiore autonomia del paese che, però, rimase stato britannico.
Si venne via via registrando un forte aumento demografico ed anche la
presenza di circa 300 europei.
Nelle elezioni del 1960 per costituire una Assemblea legislativa furono
ammesse al voto anche le donne.
Pur avendo fatto qualche passo avanti nella industrializzazione, specialmente relativa alla trasformazione dei prodotti locali, come la fibra di cocco nella cittadina di Havelu, presso la capitale Nukualofa, i veri capisaldi dell’economia di Tonga sono sempre stati l’agricoltura e la pesca.
Il Regno Unito, nel periodo 1965/70 diede notevole impulso alla estensione di piantagioni di cocco, tanto da favorire l’industria della copra. Si continuò, però, anche la coltivazione della manioca, delle banane, delle patate dolci e degli agrumi.
Non molto sviluppate le esportazioni al contrario delle importazioni: quindi deficit costante della bilancia commerciale. Gli scambi con l’estero vengono effettuati soprattutto attraverso i porti di Nukualofa e di Neiafu.
Nel giugno 1970 la Gran Bretagna concesse a Tonga l’indipendenza: il paese però rimase nell’ambito del Commonwealth e continuò ad essere governato da un re, naturalmente a tempo indeterminato. Egli istituì e presiedette un Consiglio Privato mentre il potere legislativo era posto nelle mani di una Assemblea formata da 30 deputati.
Soltanto nel 1990 nacque il primo partito di opposizione che fu il Movimento per la Democrazia. Questo innescò subito una battaglia per emendare la Costituzione in modo che risultasse più democratica.
Poi nel 1991 promosse una opposizione contro il governo per la facilità con cui veniva concesso il passaporto ai cinesi di Hong Kong.
Il Movimento per la Democrazia vinse le elezioni del 1993.
Da questo movimento nacque nell’agosto del 1994, il primo partito
politico del paese, il Partito del Popolo, che nelle elezioni del gennaio
1996 si aggiudicò 6 dei 9 deputati dell’Assemblea. Nello stesso
anno, Akilisi Pohiva, capo dell’opposizione, riprese le contestazioni contro
il governo sempre per la concessione troppo facile della nazionalità
di Tonga a tutti gli stranieri che ne facessero richiesta, e senza distinzioni
di sorta.
Questa pratica che già era presente nel paese ma era stata interrotta all’inizio di quel decennio, era stata ripresa con notevole lena proprio in virtù di una legge approvata dall’Assemblea.
Nel settembre del 1998 il re Taufa’Ahau Tupov IV sospese l’Assemblea Legislativa, per un periodo di tempo indeterminato; cosicché nel marzo del 1999 le elezioni assegnarono al Partito del Popolo non più 6 seggi ma 5.
In politica estera Tonga, alla fine del 1998 interruppe le relazioni
con Taiwan essendo invece state allacciate quelle con la Cina Popolare.
E con quest’ultima conversione politica, Tonga nel settembre 1999 entrò
a far parte delle Nazioni Unite.